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02/10/2010
APOF-IL. «LA SEDE DEL PAESE NON VA CHIUSA E I PRECARI DEVONO TORNARE A LAVORARE»
Dura presa di posizione nel consiglio comunale
 
«Igruppi consiliari del Pdl e del Centrosinistra di Avigliano si impegnano a sostenere la vertenza Apof-il affinché sia salvaguardata l'occupazione dei precari presenti nella struttura di Avigliano e vengano messe in atto da parte di Apof-il, Provincia e Regione tutte le azioni volte a garantire il rilancio delle attività espletate a Avigliano». Si è conclusa con quest'ordine del giorno, votato da maggioranza e opposizione, con la sola astensione di Vito Fernando Rosa di Unità Popolare, la discussione sulla paventata chiusura della sede cittadina dell'Apofil al termine di un dibattimento in seno al consiglio. «Vorremmo avere - ha affermato Vincenzo Claps - una visione più chiara della volontà di tutte le forze politiche in merito alla questione Apof-il, al fine di attuare un'azione sinergica per scongiurare il rischio di chiusura della sede che non solo ricade in un comprensorio con un ampio bacino d'utenza, ma che possiede laboratori ed attrezzature all'avanguardia ed è a costo zero sul bilancio dell'ente, essendo stata ceduta in comodato d'uso gratuito dal comune». «Vorremmo capire - ha rincarato Vito Lorusso - cosa sta realmente accadendo, essendoci un rimpallo continuo di responsabilità tra la regione e la provincia. Prima sembrava fosse il massimo ente territoriale a non passare i fondi, ora pare che i soldi ci sono ed anzi si rischia che vengano restituiti alla comunità europea, essendoci difetti di rendicondazione, che la provincia continua a negare». «Salvaguardare la sede di Avigliano - ha concluso il capogruppo Domenico Salvatore -, l'unica con importanti laboratori atti a formare professionisti e artigiani, è un'importante sfida per il futuro della comunità non solo perché equivale a difendere il diritto al lavoro ma perché è in grado di creare occupazione». Unica voce fuori dal coro quella del consigliere Rosa di Up per il quale «adoperarsi per difendere i posti di lavoro dei precari, per i quali bisogna trovare un'altra sistemazione, non vuol dire salvare ad ogni costo un ente che ha fallito». L'assessore Santoro ha asserito che «sono in atto continui incontri per cercare di chiudere la vicenda», ma che «la sede di Avigliano non è a rischio chiusura ed anzi partiranno presso la struttura due laboratori di inclusione sociale». Tutto risolto, allora? I corsi pare riguarderanno per il momento solo la platea dei detenuti nel carcere ed il personale che vi ruoterà sarà quello interno all'ente. Per la comunità ed i precari, quindi, lasciati ancora senza risposte, per il momento non cambierà nulla.
 
Sandra Guglielmi
fonte LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
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