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22/01/2017
MATERIALI POVERI DIVENTANO «ENIGMATICHE» OPERE D’ARTE
Le tele dell’aviglianese Claudio Pisani. Escursioni surreali nei paesaggi dipinti
 
Utilizzando e riutilizzando materiali poveri, li stucca e poi vi sottrae materia con graffi ed incisioni per dar vita ad una pittura impetuosa, materica e ragionata. Sulle tele, enigmatiche e tenebrose dell’aviglianese Claudio Pisani, classe ‘88, la sottrazione della materia e il suo turgore risultano in perfetto equilibrio. «Il mio percorso artistico – racconta Pisani - comincia nel 2009 come figurante e collaboratore artistico nei quadri plastici. Successivamente mi trasferisco a Napoli per completare gli studi di scienze motorie e nella città partenopea vengo a contatto con la compagnia teatrale Malatheatre di Ludovica Rambelli e prendo parte alla messa in scena delle opere del Caravaggio in diversi teatri. Decido di iscrivermi all’Accademia delle belle arti e frequento corsi di nudo e disegno dal vero, realizzando alcuni lavori scenografici per compagnie del luogo». «La mia ricerca – continua l’artista - è basata sull’utilizzo di alcuni materiali cosiddetti poveri quali il legno, il sughero, la carta e la stoffa, mentre la tecnica è prevalentemente materica e si basa sull’utilizzo del colore e degli stucchi. Creo materia sui diversi supporti e poi la sottraggo per dar vita al dipinto». Forte la carica emotiva alla visione di quadri inediti, dai tratti prepotenti cui emerge un’inaspettata dolcezza, dipinti sumateriali inusuali come i tovaglioli ricamati con vezzosi punti a giorno delimitanti il soggetto in una naturale e suggestiva cornice, che il pittore ricerca spesso per locali. « L’opera di Pisani, contemporanea e personale, svincolata da ogni fisima sulla perfezione della forma e, tuttavia, non esente da una sua profondità concettuale, si fa custode di figure care alla pittura tradizionale, come personaggi, paesaggi e nature morte – afferma Lucio Pio Samela in una nota critica alla mostra allestita nel convento dei riformati in occasione de I quadri plastici». «Queste – continua - diventano pretesto, occasione, suggestione per una pittura dinamica e controllata, frutto di un atto creativo che si palesa in maniera diretta e precisa. Il risultato complessivo ci proietta in una dimensione onirica, a tratti sofferta, dell’espressionismo, dove i pigmenti graffiati e i rigonfiamenti sulle tele divengono anch’essi spazi, paesaggi entro i quali l’artista si aggira in escursioni surreali». «Il corpo, il suo studio e la sua investigazione – dice la docente di storia dell’ar te napoletana Marianna Della Croce – sono focus centralissimi nell’opera del Pisani. Il corpo, se pur materico e concreto, è carico d’espressione emotiva». «L’entourage partenopeo – continua la prof – invoglia l’artista ad intessere una tela fittissima di relazioni con l’Accademia delle Belle Arti di Napoli dove frequenterà alcuni corsi di disegno dal vero che alleneranno lo stesso allo studio anatomico tradizionalmente inteso, mettendolo in ascolto con quell’eco lontana che si propaga dall’antica Pinacoteca, sede storica che conserva i disegni preparatori e le opere più deliziose di Vincenzo Gemito, di sicuro artista influente per Pisani, insieme ai colori del Caravaggio, ai tessuti delle vesti, alle grandi tele del Lanfranco».
 
Sandra Guglielmi
fonte LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
categoria: ATTUALITÀ