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11/08/2016
PITTURA 2.0 USA L’AEROGRAFO PER «CREARE» OPERE D’ARTE
Massimo Chianese, 44 anni, conosciuto come Maso Art, pittore autodidatta aviglianese
 
Usa l’aerografo per creare opere d’ar te. Massimo Chianese, classe ‘72, conosciuto come Maso Art, è un pittore autodidatta aviglianese che, sin dai primi anni della sua infanzia, sviluppa una forte passione per il disegno che lo porta a sperimentare diverse tecniche pittoriche, dalla matita agli acquerelli, dalle tempere ai colori ad olio, sino ad approdare all’utilizzo quasi esclusivo di una tecnica «non convenzionale » di pittura, l’aerog rafia: attraverso una piccola penna o pistola collegata ad una piccola fonte d’aria in pressione, Chianese crea affascinanti e realisti quadri. «La passione per l’aerog rafo – racconta - è nata nel 1993 quando ho osservato un tir completamente personalizzato. Ne sono rimasto profondamente rapito ed ho iniziato a studiare la tecnica aerografica. Da allora l’aeropenna è diventata una sorta di «protesi » del mio braccio; ho iniziato a personalizzare di tutto, dai primi cellulari alle moto, dalle macchine alle pareti, fino alle cose patto emotivo ed emozionale. «Mi ritengo – continua - un ritrattista perché amo in maniera particolare quello che gli occhi dicono e trasmettono». Osservando le sue opere, sono proprio i volti a farla da padrone e lo sguardo dei soggetti che ritrae cattura in maniera particolare l’attenzione per il grande realismo fotografico che riesce a trasmettere ai volti dei suoi sorprendenti ritratti, capaci di rubare all’attimo istanti di vita che si cristallizzano nel tempo. «Sono uno dei pochi nel sud Italia – spiega Masoart - ad usare l’aerografo a mano libera, senza ausilio di mascherature di nessun genere. L’aerografia, nonostante sia una tecnica artistica molto complessa e difficile, non viene insegnata purtroppo nelle scuole e nelle accademie e a superare le complessità di esecuzione si impara con prove e tanto impegno. Io sono ormai vent’anni che dedico la mia vita a quest’arte ». La velocità di esecuzione di un’opera aerografica nasconde, in realtà, dietro di sé una serie di movimenti e calcoli che solo la grande esperienza e maturità artistica rendono «spontanei » ed impercettibili all’occhio di chi guarda il pittore mentre sparge colori sul supporto per far emergere la sua visione del mondo. «La calibratura della penna, la pressione giusta dell’aria, la distanza perfetta dal supporto, la miscelazione delle tinte, la capacità di sapere, prima di «colpire» la tela, dove andrà a posizionarsi il colore e cosa creerà, le difficoltà a sovrapporre velature di differenti nuance spruzzate ad aria senza mai poggiarsi alla tela, sono abilità complesse di una tecnica dall’immenso fascino e risulti sorprendenti». Nel mese di settembre a Giovinazzo in Puglia si svolgerà il primo Festival italiano di aerografia, un’arte poco conosciuta e spesso bistrattata, ma capace, nelle mani giuste, di suscitare emozioni e far nascere piccoli gioielli d’arte.
Foto di Tony Vece
 
Sandra Guglielmi
fonte LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
categoria: ATTUALITÀ