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02/08/2016
I SUOI GIOIELLI IN SETA AFFASCINANO L’INDIA
Li realizza Renata Rosa, logopedista con la passione per l’arte
 
Crea gioielli che sono vere e proprie opere d’arte. Accosta con innata bravura, talento ed intuito passamaneria, cristalli, pietre e seta con tecnica e abilità, facendo nascere monili in soutache capaci di incantare e conquistare chiunque si imbatta nei suoi preziosi e ricercati bijoux. L’aviglianese Renata Rosa è riuscita a mettere in piedi, della sua passione, un’attività che subito ha trovato sbocchi commerciali internazionali e suscitato attenzione in operatori specializzati e riviste di settore. L’abbiamo incontrata per farci raccontare qualcosa di lei e del suo lavoro.

Come hai iniziato a lavorare queste sujats, ossia fettucce in viscosa con pietre, seta e cristalli per creare gioielli?

« L’arte, in tutte le sue espressioni, mi ha sempre appassionata ed incuriosita. Da piccola passavo i pomeriggi da mia nonna, sarta e ricamatrice; all’inizio giocavo a mettere in fila i rocchetti di filo raggruppandoli per tonalità e sfumature, ma da lì a cucire il passo è stato breve: prendevo dal cestino gli scarti di bellissimi tessuti e mi esercitavo a ricamare. Spesso mi seguiva anche mia madre, soprattutto quando mi servivano dei consigli sulle tecniche e riguardo la conoscenza dei vari tessuti. Adoravo la seta ed il velluto. Di pari passo cresceva la mia passione per le pietre naturali ed i cristalli. Rimanevo incantata ad ammirare quei riflessi alla luce del sole. Nel 2004 ho conseguito il diploma di orafo e nel 2007 mi sono laureata in Medicina e Chirurgia- Logopedia alla Cattolica del Sacro Cuore. Nonostante il mio lavoro primario, quello di logopedista, non ho mai abbandonato la passione per i tessuti e quella per i gioielli. Tre anni fa un’amica mi parlò di una nuova tecnica di cui aveva sentito solo il nome, il “soutache”. Già il semplice suono del nome mi incuriosì molto, così iniziai a fare delle ricerche. Con mia grande gioia scoprii che il soutache era una tecnica per creare gioielli in tessuto cucendoli completamente a mano utilizzando passamaneria, pietre, cristalli, filigrane... Con entusiasmo effettuai il mio primo ordine di materiali dall’America e cominciai a sperimentare».

Raccontaci dei tuoi gioielli.

«In realtà la mia produzione concerne il gioiello in tessuto cucito a mano. Non riguarda solo la tecnica del soutache,ma anche del bead embroidery; lavoro molto anche con la seta shibori, una pregiatissima seta giapponese di antiche origini completamente dipinta a mano. Le mie creazioni sono puramente dettate dal mio intuito nell’accostare colori e materiali. Nascono dalla semplice osservazione del riflesso di un cristallo, che mi fa immaginare la forma che prenderà il gioiello e come potrebbe essere indossato da una donna. Il monile prende forma dai giochi di luce e colori che si intersecano. Ciò che contraddistingue le mie creazioni è la precisione, la ricercatezza e l’alta qualità dei materiali, nonché l’originalità del design ».

Hai capito subito che le tue creazioni potevano essere apprezzate da altre donne?

«Già dalle prime prove mi accorsi che i risultati erano soddisfacenti. Così, un po’ per gioco, iniziai a pubblicare le foto dei primi lavori su facebook. Ricevetti subito grande attenzione ed apprezzamenti. Con sorpresa mi arrivarono ben presto le prime proposte di contratto da aziende di e-commerce del nord Italia. Decisi allora di registrare il mio marchio: “Reje”, termine nato dalla fusione delle due sillabe iniziali di Renata e Jewels. Ha avuto inizio in questo modo il mio nuovo percorso di imprenditrice e jewelry designer».

Il tuo mercato?

«Il mio mercato si incentra a livello extraregionale, soprattutto in Sicilia, Lombardia, Toscana, Lazio. Dall’anno scorso ho avuto un boom di vendite anche all’estero: Germania, Spagna, Inghilterra ed ho molte clienti americane. Ultimamente ho ricevuto delle proposte da parte di indiani interessati ai miei gioielli in seta».

ARTICOLO ORIGINALE

Avigliano. Crea gioielli che sono vere e proprie opere d’arte. Accosta con innata bravura, talento ed intuito passamaneria, cristalli, pietre e seta con tecnica e abilità, facendo nascere monili in soutache capaci di incantare e conquistare chiunque si imbatta nei suoi preziosi e ricercati bijoux. L’aviglianese Renata Rosa è riuscita a mettere in piedi, della sua passione, un’attività che subito ha trovato sbocchi commerciali internazionali e suscitato attenzione in operatori specializzati e riviste di settore. L’abbiamo incontrata per farci raccontare qualcosa di lei e del suo lavoro.

Come hai iniziato a lavorare queste sujats, ossia fettucce in viscosa con pietre, seta e cristalli per creare gioielli?

«L'arte, in tutte le sue espressioni, mi ha sempre appassionata ed incuriosita. Da piccola passavo i pomeriggi da mia nonna, sarta e ricamatrice; all'inizio giocavo a mettere in fila i rocchetti di filo raggruppandoli per tonalità e sfumature, ma da lì a cucire il passo è stato breve: prendevo dal cestino gli scarti di bellissimi tessuti e mi esercitavo a ricamare. Spesso mi seguiva anche mia madre, soprattutto quando mi servivano dei consigli sulle tecniche e riguardo la conoscenza dei vari tessuti. Adoravo la seta ed il velluto. Di pari passo cresceva la mia passione per le pietre naturali ed i cristalli. Rimanevo incantata ad ammirare quei riflessi alla luce del sole. Nel 2004 ho conseguito il diploma di orafo e nel 2007 mi sono laureata in Medicina e Chirurgia-Logopedia alla Cattolica del Sacro Cuore. Nonostante il mio lavoro primario, quello di logopedista, non ho mai abbandonato la passione per i tessuti e quella per i gioielli. Tre anni fa un'amica mi parlò di una nuova tecnica di cui aveva sentito solo il nome, il “soutache”. Già il semplice suono del nome mi incuriosì molto, così iniziai a fare delle ricerche. Con mia grande gioia scoprii che il soutache era una tecnica per creare gioielli in tessuto cucendoli completamente a mano utilizzando passamaneria, pietre, cristalli, filigrane... Con entusiasmo effettuai il mio primo ordine di materiali dall'America e cominciai a sperimentare».

Raccontaci dei tuoi gioielli.

«In realtà la mia produzione concerne il gioiello in tessuto cucito a mano. Non riguarda solo la tecnica del soutache, ma anche del bead embroidery; lavoro molto anche con la seta shibori, una pregiatissima seta giapponese di antiche origini completamente dipinta a mano. Le mie creazioni sono puramente dettate dal mio intuito nell'accostare colori e materiali. Nascono dalla semplice osservazione del riflesso di un cristallo, che mi fa immaginare la forma che prenderà il gioiello e come potrebbe essere indossato da una donna. Il monile prende forma dai giochi di luce e colori che si intersecano. Ciò che contraddistingue le mie creazioni è la precisione, la ricercatezza e l'alta qualità dei materiali, nonché l’originalità del design».

Hai capito subito che le tue creazioni potevano essere apprezzate da altre donne?

«Già dalle prime prove mi accorsi che i risultati erano soddisfacenti. Così, un po' per gioco, iniziai a pubblicare le foto dei primi lavori su facebook. Ricevetti subito grande attenzione ed apprezzamenti. Con sorpresa mi arrivarono ben presto le prime proposte di contratto da aziende di e-commerce del nord Italia. Decisi allora di registrare il mio marchio: “Reje”, termine nato dalla fusione delle due sillabe iniziali di Renata e Jewels. Ha avuto inizio in questo modo il mio nuovo percorso di imprenditrice e jewelry designer»

Il tuo mercato?

«Il mio mercato si incentra a livello extraregionale, soprattutto in Sicilia, Lombardia, Toscana, Lazio. Dall'anno scorso ho avuto un boom di vendite anche all'estero: Germania, Spagna, Inghilterra ed ho molte clienti americane. Ultimamente ho ricevuto delle proposte da parte di indiani interessati ai miei gioielli in seta. In Basilicata vi è forte richiesta da parte di privati, ma nessuna azienda o atelier locale si è interessato alla mia arte, tranne ultimamente Lamorgese a Potenza.

Come pubblicizzi le tue creazioni?

«Partendo da internet e dai social, ho suscitato ben presto l'interesse di riviste di settore dapprima italiane, come “Fashion Gems Magazine” edizioni Cigra, e poi internazionali. Sotto tutt'oggi guest contributor di una rivista di settore di Hong Kong “DIY Beading Magazine” e lavoro per la rivista tedesca “Perlen Poesie”; dal 2014 Vogue Accessory pubblica e recensisce online le mie creazioni. La mia pagina facebook “Reje soutache” conta ormai 8000 followers».

Progetti per il futuro?

«La richiesta è altissima, tanto che sto iniziando a pensare di ingrandirmi. Anche le idee sono tante ed i nuovi progetti che sto sviluppando riguardano la realizzazione di capi di abbigliamento e calzature impreziosite con i miei lavori e dunque esclusivamente personalizzate».
San Francesco d’Assisi diceva che «chi lavora con le mani è un operaio, chi lavora con le mani e la testa è un artigiano, e chi lavora con le mani, la testa e il cuore è un artista».

 
Sandra Guglielmi
fonte LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
categoria: ATTUALITÀ