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21/07/2016
CENTRO OLI, PETROLIO E REFERENDUM. INTERVISTA CON TIZIANA MEDICI
La Medici è tra le fondatrici del movimento No Triv nazionale
 
La prima volta dei No Triv nazionali in Basilicata, meglio per la prima volta il movimento sceglie la Lucania per un loro incontro nazionale e la sede è altamente simbolica. Viggiano, sede della Madonna Nera protettrice dei Lucani ma anche del centro oli Eni centro nevralgico dell’oro nero.
Ma i No Triv non credono che sia l’estrazione degli idrocarburi né il futuro ne il presente dello sviluppo economico della regione. Ma ora dopo il mancato quorum del referendum di aprile gli ambientalisti e volontari anti trivelle fanno il punto della situazione. Due giorni intensi ma non si è parlato solo di ambiente e perforazioni, ma anche di salute, referendum costituzionale

Ne parliamo con Tiziana Medici tra i fondatori del movimento.

Dottoressa Medici ora una domanda bruciapelo: il centro oli deve aprire?

No. La Raffineria o impianto di desolforizzazione altro che centro oli non solo non deve riaprire ma non può riaprire. E non è una posizione dell’ultima ora.
Dal 2012, da quando siamo nati ufficialmente, in Basilicata il Centro Oli è stato sempre il perno intorno cui si sono concentrate le attenzioni . Per i continui incidenti definiti dall’ENI “eventi”, per le continue segnalazioni di disagio che arrivavamo dalla Valle e poi con la conferma della magistratura che sta indagando proprio su quegli incidenti ben nascosti dall’ENI.
Non ci fidiamo di chi dice che in tre mesi risolverà il problema e non vogliamo che la raffineria petrolifera situata in Val d’Agri continui a lavorare.

Ma la Basilicata ha settori e servizi che sono finanziati con le royaltie e certo da subito non è pensabile ad una alternativa . Che strategia pensate per il futuro?

Proprio di questo si è parlato nell’assemblea No Triv a Viaggiano, in particolare nella relazione di Vincenzo Ritunnano, agronomo, Associazione Italiana per l'Agricoltura Biologica, No Triv Basilicata che in pochi punti ha elencato le priorità e delle proposte concrete dei No Triv in Basilicata:
Ristabilire le condizioni minime di legalità e di vivibilità nei territori esposti ai danni ed ai rischi:
Soccorrere le popolazioni esposte. Per esempio introdurre in tutte le mense pubbliche alimenti biologici.
Fermare le attività industriali in essere almeno fino a che non siano definiti chiaramente danni, responsabilità, azioni correttive.
Applicare il principio di precauzione in modo che l'interesse alla salute prevalga rispetto agli interessi economici, fin tanto che sussista il dubbio che questi ultimi possano danneggiare il primo (Vedi ordinanza sindacale del Comune di Grassano del 23 Maggio scorso, che fa divieto dell'avvio di ogni attività di ricerca o sfruttamento di idrocarburi a fronte del permesso di ricerca “Torrente Acqua Fredda”.
Risarcire i danni: bonificare i siti inquinati, indennizzare i soggetti danneggiati:
Serve un monitoraggio efficace, trasparente, indipendente, finalizzato alla zonizzazione del territorio, in modo da suddividerlo per classi di rischio e identificare le zone interdette alla produzione di alimenti.
Pianificare le politiche di sviluppo rurale in modo da mantenere e riconvertire le attività agricole in aree a rischio verso attività di manutenzione ambientale, rigenerazione dei suoli, fitodepurazione delle acque, riduzione delle emissioni di gas climalteranti, produzioni no food.
Avviare la RICONVERSIONE dei territori:
L'agricoltura biologica
Il modello del "biodistretto".

Avete lanciato un allarme per la salute specie nella Val D’agri. Su quali dati?

Il dott.Giambattista Mele, medico di Viggiano e rappresentante ISDE, sempre nell’Assemblea No triv a Viaggiano ha riportato i risultati Arpab delle analisi dei fumi dei camini del COVA del 8 e 9 giugno e del 18 e 19 dello stesso mese. I dati allarmanti sono quelli degli idrocarburi non gassosi che superano i 3877 microgrammi/mcubo, quota straordinaria che fa pensare a un'attività a pieno regime, non ad un'attività sospesa da oltre tre mesi. C'è da chiedersi come stiano realmente le cose, dice Mele, quanto ai 66 “ incidenti” ( fiammate ) denunciati alle autorità, paradossalmente sono i denuncianti quelli che sono stati perseguiti.
Il dipartimento ambiente è latitante, quando non dichiaratamente colluso, come la recente indagine della magistratura sta accertando in capo al responsabile del Dipartimento Compatibilità Ambientale della Regione Basilicata. E’ impensabile, conclude Mele, che solo attraverso la magistratura si possano vincere le opposizioni delle amministrazioni, alla stregua dei regimi che hanno negato ogni diritto. Qui non si tratta di difendere solo il diritto alla salute, ma a vivere in una democrazia garante di trasparenza e partecipazione.


Parliamo dei No Triv Nazionali; il movimento è unito oppure ci sono delle sfilacciature?

Il Coordinamento No Triv non nasce, né vuole essere, l’ennesima associazione ambientalista di scopo, ma un luogo dinamico di elaborazione, di lotte, di ricomposizione con altri movimenti, nella prospettiva antiliberista e della trasformazione necessaria dei rapporti sociali attuali, partendo dalla difesa degli spazi di democrazia e per la conquista di maggiore libertà collettiva ed individuale.
Però dopo il mancato quorum al referendum di aprile e dopo i risultati negativi di affluenza anche nelle zone direttamente interessate si pone un problema di direzione strategica e politica del movimento.
In occasione del Referendum del 17 aprile più di 13 milioni di italiani hanno detto SI’ ad una totale inversione di rotta nella Strategia Energetica Nazionale. Non solo. Hanno ribadito la netta contrarietà ad un sistema di governance che esclude ogni forma di partecipazione dei cittadini e delle istituzioni di prossimità (enti locali e Regioni) alle scelte che interessano i territori.
Ben tre dei sei quesiti referendari No Triv approvati dalla Corte di Cassazione -due dei quali recepiti nella Legge di Stabilità ed un terzo eluso dal Governo- riguardavano non a caso il grande tema della difesa della democrazia nel nostro Paese e, nello specifico, il rapporto tra Stato e Regioni in materia di opere ed infrastrutture energetiche. In questo solco cammina il coordinamento e la sua visione strategica e politica non solo è chiara ma oggi è ancora più evidente.


Per Viggiano vi è stata una massiccia adesione si associazioni, una buona partecipazione da fuori regione ma pochi lucani come mai?

In primis va ricordato che l’assemblea era nazionale e non regionale . la Basilicata ha ospitato le altre Regioni. Per ciò che concerne la Basilicata vi sono molte anime, molti comitati e molti semplici cittadini che da anni si battono nel silenzio. A questo proposito mi auguro di tutto cuore che il riferimento in campo ambientale lucano la OLA riapra al più presto il suo sito e riprenda le attività che ha momentaneamente sospeso.
Insomma in Basilicata c’è molto fermento e ci sono molte anime quindi è normale che ci si scontra o che non si sia tutti sulla stessa linea!
Il coordinamento nazionale promuove la realizzazione di una rete nazionale organizzata su base regionale. E’ antifascista e chi si riconoscerà nelle ragioni esplicitate nello Statuto (provvisorio e da discutere e rivedere subito dopo il referendum di autunno) potrà liberamente associarsi.


Avete discusso anche di riforme costituzionali e del prossimo referendum. Quali sono i motivi del vostro no?

Bloccare la Controriforma della Costituzione è passo necessario nell'ottica del contrasto alla Strategia Energetica Nazionale in cui si prevede che la ridefinizione del rapporto tra Stato e Regioni ed enti locali debba passare anche attraverso una modifica dell'art. 117 della Costituzione che elimini la legislazione concorrente.

In conclusione dopo il week end di Viggiano cosa faranno i No Triv di Italia?

In Basilicata il programma è fitto e prevede la necessità di sviluppo di specifiche campagne, 4 gruppi di lavoro, cui i presenti hanno già iniziato ad aderire e a cui sarà possibile aderire tramite segnalazione in mailing list No Triv.
I gruppi sono:
Campagna per la produzione biologica, le attività zootecniche, fondate su modelli circolari, a km Zero
Campagna per la Transizione Energetica, verso fonti rinnovabili pulite, la formazione, un piano occupazionale
Campagna per l’anagrafe delle aree e dei siti da bonificare e per la tutela precauzionale della qualità dell’Acqua e degli acquiferi
Campagna per una moratoria nazionale dei permessi di ricerca di idrocarburi
A livello nazionale la campagna referendaria Costituzionale su cui già da un mese è iniziato il lavoro.
 
Leonardo Pisani
fonte IL MATTINO DI FOGGIA
categoria: ATTUALITÀ