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25/03/2016
CASO DI “FEBBRE SUINA” IN BASILICATA
Morto un 44enne di Avigliano a causa delle forti complicanze sopraggiunte dopo aver contratto l’H1N1. Il direttore sanitario del San Carlo: nessun allarme. Il responsabile dell’Unità Malattie Infettive, De Stefano: caso straordinario.
 
POTENZA- Un caso isolato e nessun allarme “febbre suina”. Un uomo di 44 anni residente in una frazione del comune di Avigliano ha perso la vita nei giorni scorsi, a causa di forti complicanze sopraggiunte dopo aver contratto il virus H1N1. L’uomo senza particolari patologie pregresse è stato ricoverato sin dai primi malori, presso l’Unità Operativa “malattie Infettive” del “San Carlo” di Potenza, ma a seguito di gravi complicanze respiratorie successive al decorso della cosiddetta “febbre suina” è stato trasferito presso la Rianimazione del nosocomio potentino dove è sopraggiunta la morte. “Nessun allarme - ha dichiarato il direttore sanitario del San Carlo, il dottor Antonio Picerno - si tratta di un caso isolato, una complicanza dell’influenza che purtroppo in questo periodo ha una forte incidenza. Possiamo confermare che si trattava del virus H1N1, come certificato dal Policlinico di Bari dove il San Carlo invia gli esami di biologia molecolare per la tipizzazione dei virus e dei batteri. E’ un caso straordinario”. A confermare l’eccezionalità del caso del decesso del 44enne anche il direttore dell’Unità Operativa di Malattie Infettive del San Carlo, il dottor Giulio De Stefano. “Nessun allarme febbre suina, è stato un caso isolato. E’ importante sottolineare però che nel corso di tutte le epidemie influenzali che annualmente si verificano nei paesi occidentali vi è un certo tasso di letalità dell’influenza che, pur essendo una malattia benigna, può assumere decorsi aggressivi a volte fatali, non solo in soggetti a rischio per età o per patologie concomitanti, ma anche in soggetti, normali, giovani e apparentemente sani. Il caso in questione, per quanto drammatico, rientra nella normalità legata alla variabilità clinica di estrinsecazione della malattia”. “In questo periodo siamo nel picco influenzale, ripeto questo è stato un caso straordinario, patologie influenzali sono all’ordine del giorno in tutte le famiglie. Il picco epidemico quest’anno è stato raggiunto più tardivamente anche per effetto del periodo invernale che è arrivato più tardi”. Il primario del reparto di Malattie Infettive del San Carlo sottolinea, infine, quanto sia importante tranquillizzare la cittadinanza, attraverso attività informative e di stimolo alla prevenzione del contagio delle influenze di stagione. “Voglio tranquillizzare i cittadiniha dichiarato- è un caso che rientra nella normalità della malattia che registra ogni anno dei casi fatali, non solo tra pazienti che presentano alti fattori di rischio ma anche in persone assolutamente normali. I casi di influenza fatale nei soggetti giovani sono imprevedibili ed inevitabili nel loro decorso”. Patologie che ogni anno possono assumere carattere epidemico, interessando migliaia di persone causa della maggior parte dei fenomeni di assenteismo dagli uffici e dalle scuole nei mesi invernali che nella maggior parte dei casi se non assumono forme gravi, si risolvono nel giro di 4 o 5 giorni. “Sono malattie ad elevata contagiabilità - ha concluso De Stefano- perché la trasmissibilità avviene per via aria, mettendo tutti i pazienti a rischio”. In conclusione il dottor De Stefano sottolinea la necessità della vaccinazione. “E’ fondamentale la vaccinazione nei soggetti a rischio o che convivono con dei soggetti a rischio, dove sia possibile nella fase precedente l’epidemia, nella fase successiva i soggetti non protetti devono evitare ambienti sovraffollati dove è maggiore il rischio di trasmissione aerea”.
 
Mara Risola
fonte LA NUOVA DEL SUD
categoria: ATTUALITÀ