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17/03/2016
MUTUI E BANCHE, FACCIAMO UN PO’ DI CHIAREZZA
Permesso alle banche l'esproprio di un'abitazione anche in assenza di una sentenza pronunciata dal tribunale.
 
La polemica più accesa delle ultime settimane ha riguardato i mutui e la recente direttiva europea, secondo cui sarebbe permesso alle banche l'esproprio di un'abitazione anche in assenza di una sentenza pronunciata dal tribunale nel caso in cui il proprietario della casa accumulasse un ritardo di sette rate nel pagamento del prestito ipotecario. Nei giorni scorsi è intervenuto nel dibattito anche il presidente dell'Abi, "Associazione Bancaria Italiana", Antonio Patuelli, il quale ha voluto precisare che la direttiva riguarda il futuro, e dunque non si tratta di un'operazione di recupero crediti come i tanti contrari alla norma hanno sostenuto soprattutto in ambito politico.

E mentre il provvedimento è sotto esame alla Camera, prosegue l'opera di ostruzione dei deputati del "Movimento 5 Stelle", schierati con decisione sul fronte dei contrari e impegnati ad ostacolare i lavori della Commissione. Il muro contro muro, però, al momento sembra scongiurato in quanto dal governo sono arrivati fin da subito segnali positivi: il Pd stesso ha avanzato modifiche indirizzate a tutelare i consumatori, ma il blocco dei lavori in Commissione ad opera dei "grillini" ha impedito che queste modifiche venissero presentate, come ha sottolineato Enrico Zanetti, attualmente vice-ministro dell'Economia.

Da parte del governo, insomma, c'è ampia disponibilità nell'apportare correttivi al decreto che riguarda la direttiva europea relativa ai mutui, come hanno voluto far notare anche i responsabili del Partito Democratico all'interno della "Commissione Finanze". A tal proposito, Giovanni Sanga e Michele Pelillo - rispettivamente l'autore del provvedimento e il capogruppo alla Camera per il Pd - hanno affermato che il partito era pronto a sciogliere i dubbi relativi alla direttiva dell'Ue e a chiarire gli equivoci, ma ciò non è stato possibile a causa dell'azione dei Cinquestelle.

Le proposte di modifica verranno dunque avanzate nuovamente nel corso delle prossime settimane, e "a quel punto sarà chiaro che la nuova norma è tutta a vantaggio del debitore" hanno tenuto a rimarcare i due. La tensione, comunque, è rimasta alta poiché la mossa di disturbo dei grillini è stata considerata una speculazione politica col chiaro intento di alimentare una polemica senza che vi fossero le basi per farlo. Tale episodio non ha fatto altro che aggiungere ulteriore benzina sul fuoco dello scontro, con da una parte chi mette al primo posto l'obiettivo della tutela del sistema bancario e dall'altra chi vuole privilegiare la difesa dei diritti dei cittadini. Un fuoco peraltro già alto a causa del decreto salva-banche di quale settimana fa che sollevò non poche critiche.

A far discutere della nuova direttiva europea che concerne la trasparenza dei contratti fra le banche ed i loro clienti è una sorta di "codicillo", il quale prevede che gli istituti possano diventare proprietari delle case acquistate tramite l'accensione di mutuo da un cliente se quest'ultimo dovesse venir meno al pagamento di sette rate consecutive. Nel momento in cui la banca entra in possesso dell'abitazione di un cliente che ha saltato gli ultimi sette pagamenti, avrà la possibilità di rivendere l'abitazione e incassare il denaro senza che vi sia alcun intervento da parte di un tribunale come invece avviene ora.

La differenza nella nuova normativa sta tutta qui, in quanto già ora le banche dopo sette rate possono avviare la procedura di esproprio, ma devono passare appunto attraverso l'intervento del tribunale con relativa sentenza che consenta l'esproprio di una casa ad un cliente che è venuto meno ai propri obblighi di pagamento dopo aver stipulato un contratto con un istituto di credito.

Se da una parte sta la difesa del cittadino e dei suoi diritti, dall'altra c'è la tutela delle banche: ai giorni nostri, in Italia, per poter recuperare ciò che ha prestato ad un consumatore che poi si rivela inadempiente, un istituto di credito deve attendere in media 7 anni, tempi molto lunghi a causa anche della complessità delle escussioni immobiliari, ovvero entrare in possesso dell'abitazione di un cliente inadempiente.

Non è un mistero, inoltre, che queste lunghe attese per poter recuperare quanto prestato abbiano ulteriormente amplificato le sofferenze e le difficoltà delle banche, andando a nuocere all'intero sistema bancario. La norma prevede inoltre che in caso di incasso cospicuo dalla vendita, la banca restituisca al consumatore la parte extra che è stata ricavata. L'intento della nuova normativa, in conclusione, è quello di velocizzare le operazioni per permettere alla banca di recuperare in tempi brevi quanto investito e al consumatore di incassare qualcosa, evitando che con il passare degli anni il valore della casa diminuisca, finendo per danneggiare entrambe le parti. Le coperture incendio e scoppio per il mutuo potrebbe essere una valida soluzione in quanto permetterebbe di tenersi al riparo da spiacevoli situazioni.

 
M.R.
fonte AVIGLIANONLINE.EU
categoria: ATTUALITÀ