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27/08/2012
QUADRETTI DI UNA PASSATA QUOTIDIANITÀ
Alla Sagra del Baccalà - Ad Avigliano la quarta edizione di “Dialoghi e Tradizioni”
 
AVIGLIANO - Continua l’estate aviglianese con eventi che valorizzano cultura e tradizione del territorio comunale. Questa volta è l’associazione culturale A.P.S. Terra a regalare momenti di vita quotidiana alla collettività, in una cornice d’altri tempi. Con la quarta edizione di “Dialoghi e Tradizioni”, tenutasi “‘Mpère a la Terra”, nel quartiere a sud del comune, gli attori dell’associazione aviglianese, coordinati dal presidente Renato Zaccagnino, hanno ricostruito gli aspetti salienti dell’esistenza dell’individuo, rappresentati in sei diverse scene: “La partoriente”, “ufficio anagrafe”, “iè morta la mamma”, “foto del morto”, “lamento funebre” e “visita al camposanto”. Durante la manifestazione, che partendo da via delle Nocelle continuava lungo i vicoli caratteristici del centro storico, è stato possibile osservare scene inerenti gli aspetti cruciali che segnano l’esistenza di ciascuno, recitate in vernacolo aviglianese. Un vero e proprio tuffo nel passato con “La vita e la morte”, titolo dell’interessante iniziativa proposta da A.P.S. Terra, che ha riscosso un notevole successo di pubblico, richiamando molti spettatori dai comuni limitrofi e richiedendo ben tredici uscite, al fine di garantire la fruizione della manifestazione a tutti i presenti. Così, a partire dalle 20.00, i molti visitatori hanno avuto la possibilità di conoscere da vicino la quotidianità della popolazione contadina, la vita in famiglia e il ruolo delle donne nella società aviglianese. La manifestazione, infatti, ha avuto la finalità di ricordare le tradizioni popolari della Basilicata del secolo scorso, anche grazie ai ricordi delle persone più anziane, che hanno contribuito alla realizzazione delle scene, fornendo abiti tradizionali, foto e materiale utile all’allestimento delle scene. Gli attori hanno voluto soffermarsi sulle condizioni di vita della massa rurale e sulla resistenza d’usi e credenze che, fino a qualche tempo fa, erano ancora molto diffuse anche nel territorio aviglianese e si mescolavano al culto religioso. Da tutto ciò traggono origine le diverse prescrizioni da osservare durante la gravidanza, perché dannose per il nascituro; le credenza in influssi malefici e benefici, i rituali che seguivano regole ben precise, come la vegliata del defunto fatta dalle donne che eseguivano “lamenti funebri”; tutti elementi ripresi dell’associazione aviglianese anche grazie all’approfondimento di "Vita tradizionale in Basilicata” di Giovanni B. Bronzini e "Morte e pianto rituale" di Ernesto De Martino. Inoltre, dalle scene sulla vita d’altri tempi è emerso anche il ruolo fondamentale che le donne lucane avevano nella realtà di quartiere; difatti, in occasione di parti, matrimoni e morti, si assistevano a vicenda, confidando nelle loro esperienze. Una volta sposata, la donna, partecipava attivamente al fianco del marito nel lavoro, guadagnandosi un ruolo attivo nella gestione della casa e della famiglia. Ancora, le donne potevano contare sull’aiuto del vicinato e sulla solidarietà femminile, tra le funzioni primarie della vita di quartiere che, spesso, portava a tralasciare gli impegni di ordine quotidiano, personale o familiare, per assistere le partorienti, insieme alla mamma della donna, alla suocera, alla levatrice, così come hanno abilmente messo in scena le attrici in “La Partoriente” . Dalla nascita dell’individuo, al matrimonio fino al suo trapasso, con l’esperienza del lutto che rappresentava un momento critico nella vita delle persone con il lamento dei parenti e delle vere e proprie “nenie”, fatte dalle prèfiche, dietro compenso, come atto magico volto ad allontanare definitivamente la presenza del defunto. Dunque, dalla vita alla morte, toccando i momenti più importanti che determinavano comportamenti e reazione negli uomini, così come ben rappresentato dagli attori che, in abiti tradizionali, hanno fatto rivivere le tradizioni del passato, inducendo gli spettatori alla riflessione e permettendo, anche ai più giovani, di conoscere usi e costumi della società aviglianese.
 
Antonella Rosa
fonte IL QUOTIDIANO DELLA BASILICATA
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