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18/06/2015
«PITTELLA CHE FA SUL CLIENTELISMO?»
Il consigliere grillino: «Ci spieghi come intende debellare questa piaga politica». Leggieri (M5s) insiste per un dibattito in Regione e attacca sul sistema svelato dai pm di Trani
 
POTENZA - «Vogliamo sapere cosa intenda fare la Regione Basilicata per estirpare questa piaga del clientelismo politico e per assicurare maggiore trasparenza nella gestione di tutte quelle strutture e quegli enti che vivono di continui rapporti economici e non solo con l’ente regionale». E’ quello che chiede il consigliere regionale dei 5 Stelle Gianni Leggieri al presidente della giunta Pittella, dopo l’interrogazione depositata nei giorni scorsi sul crack del Don Uva assieme al compagno di banco Gianni Perrino, l’eurodeputata - to Piernicola Pedicini e il consigliere comunale potentino Savino Giannizzari. Interrogazione in cui si chiede di sapere «cosa ha fatto la Regione Basilicata mentre si produceva il grave buco economico di 500 milioni di euro, oltre 350 dei quali costituiti nei confronti dello Stato». Leggieri ribadisce che la vicenda che coinvolge direttamente anche la Basilicata in quanto la congregazione delle Divine ancelle della Provvidenza - Opera Don Uva gestisce anche l’omonimo ospedale di Potenza. «Una vicenda sconcertante per diverse ragioni - insiste - ma soprattutto perché si tratta di una nuova conferma della cattiva pratica politica che coinvolge i partiti che amministrano questa Regione. L’inchiesta, infatti, mette ancora una volta sotto accusa il sistema politico regionale fatto di clientelismo e di favori politico». Leggieri punta il dito sui «rapporti e i contenuti della convenzione tra la Regione Basilicata e la casa di cura di Potenza». Oltre ai «problemi che potrebbero ricadere sui pazienti e i lavoratori del presidio sanitario lucano». L’inchiesta sulla bancarotta da 500milioni di euro della Congregazione della divina provvidenza - opera Don Uva di Bisceglie in effetti ha lambito anche la sede di Potenza dell’ospedale omonimo, fondato nel 1954, che attualmente si sviluppa su oltre 93mila metri quadri con 514 posti letto suddivisi tra Unità Azheimer, Centri di Riabilitazione Intensiva e Estensiva, Centro Diurno Polivalente, Residenze Sanitarie e Centro Socio Sanitario di Riabilitazione. E quasi 400 dipendenti. Ad aprire uno squarcio su quanto avvenuto nel capoluogo lucano è stato un ex dirigente della struttura che ha raccontato di oltre un centinaio di assunzioni “sponsorizzate” da politici locali tra il 2007 e il 2011. Nonostante i licenziamenti di massa effettuati negli anni precedenti e i bilanci sempre più disastrati. Il sospetto, infatti, è che quelle assunzioni dovessero servire come strumento di pressione al momento di battere cassa, date le convenzioni esistenti col servizio sanitario regionale. Sospetto confermato anche da una lettera dell’allora consigliere di amministrazione di Potenza Pier Giulio Petrone, «estromesso» dall’ex direttore generale Dario Rizzi dopo essersi rifiutato di compilare una lista completa di nomi e padrini politici. «La mia amarezza è grande. Ancora oggi mi chiedo cosa ho fatto. Non vorrei pensare che il mio rifiuto di fornire un elenco di nomi corredato dagli sponsor possa avere cancellato 10 anni di impegno e sacrifici ». Così nella lettera che di fronte ai pm di Trani ha ammesso di aver scritto di suo pugno. Tempo dopo Rizzi (ora in carcere) è stato anche intercettato col commercialista Augusto Toscani (ai domiciliari), a cui confida di aver fatto assumere «80 persone » ai «signori» della Basilicata. Lamentandosi di alcuni ritardi nei pagamenti della Asp di Potenza («Cioè io gli ho fatto ottanta assunzioni a sti signori (...) Uno per uno. Cioè a nome loro! Non è che gliel’ho fatte di, di, di cose mie che non conosco nessuno, che non me fregava niente». Nell’ambito dell’inchiesta per cui sono finite agli arresti anche la madre superiora e l’economa della Congregazione (oltre a diversi amministratori e consulenti dell’ente), risultano indagate a piede libero risultano anche due religiose lucane: suor Carla, al secolo Angela Maria, Sabia di Avigliano; e suor Gianna, al secolo Eleonora, Bochicchio di Atella.
 
l.amato@luedi.it
fonte IL QUOTIDIANO DEL SUD - EDIZIONE BASILICATA
categoria: CRONACA