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11/06/2015
282 EURO A SEDUTA, LA “BELLA VITA” DEL CDA UNIBAS: PRIMA ERANO 25
Il segretario della Uil, Luciano Brindisi, chiede di dare un taglio alle indennità annuali degli 8 componenti
 
POTENZA- I dati ufficiali parlano chiaro ed ad onor del vero suscitano non solo curiosità, ma in alcuni anche indignazione. E così può evincersi che fare il componente il Consiglio d’amministrazione dell’Università degli studi di Basilicata per molti versi convenga e come. Soprattutto di questi tempi sempre caratterizzati da una crisi generalizzata di non poco conto. A seguito di notizie emerse negli ultimi giorni in diverse sedi, ed in particolare in quella della Uil-Rua aziendale, si è potuto apprendere che gli otto componenti il Cda (la Rettrice Maria Sole non c’entra nulla, in considerazione del fatto in ogni caso si limita a presiedere lo stesso organismo di governo dell’Unibas) percepiscano già da qualche anno una più che discreta indennità di carica annuale. Che, stando a quanto ha modo di asserire in un apposito comunicato il segretario della stessa sigla Luciano Brindisi, peraltro molto conosciuto come dirigente sindacale, percepirebbero un’indennità annuale - a prescindere le riunioni a cui gli stessi componenti il Cda di Unibas (sempre con esclusione della Rettrice Sole) abbiano in effetti preso finora parte – di 6 mila e 500 euro annui. Una somma che sembra essere erogata sin dallo scorso 2012 quando su un’apposita posta di bilancio è stata inserita la somma complessiva di 52mila euro annui, proprio per gli 8 componenti. Due studenti eletti, 3 esponenti scelti tra professori e ricercatori di ruolo in servizio a tempo pieno nell’Unibas, un componente di ruolo del personale dirigente e tecnico-amministrativo con regolarità in servizio, e due componenti esterni, non riportabili ai ruoli Unibas a decorrere dai 3 anni precedenti e per tutta la durata dell’incarico, individuati tra personalità italiane e straniere. Non ci interessano i nominativi degli 8 componenti del Cda che l’anno scorso hanno partecipato a sole 23 riunioni. Come dire, un compenso di 282,60 pro-capite a seduta. Niente male. “Una bella spesa - sottolinea la Uil-Rua aziendale -, se consideriamo le difficoltà in cui versano gli organi statali del Paese. E purtroppo constatiamo che il nostro Ateneo non faccia eccezione”. E cosa fare? “Si chiede, vista la prossima scadenza della delibera dei compensi ad inizio Anno Accademico 2015, che tali spese vengano riviste riconducendole in ambiti più ristretti e regolari”, dice Brindisi. Che, a tal proposito, ricorda infine che “i precedenti compensi del Cda erano di 25 euro a seduta in cui si partecipava, mentre ora sono annui e quindi se si salta una seduta il compenso si percepisce lo stesso”.
 
Clemente Carlucci
fonte LA NUOVA DEL SUD
categoria: CRONACA