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27/05/2015
STAI SERENO
una risposta "qualunque"
 
Egregio Luciano Donato Marino, io ho cercato il più possibile di non essere qualunquista, lo giuro, ma è talmente tutto così palesemente preelettorale che è davvero difficile non parlare in qualunquese. E aggiungerei anche un qualunquemente. È bastato esprimere delle osservazioni, per essere etichettato come qualunquista? E queste sarebbero le sue argomentazioni? Quando non si sa cosa dire, gli altri sono sempre tutti qualunquisti e aggiungerei anche un pizzico di populismo. Restiamo invece sull’argomento, perchè della “crisi mondiale devastante che la nostra comunità ha affrontato”, “del mutamento sociale in atto e, quindi, dell’erosione di fatto del ceto medio impiegatizio”, “della crisi della città capoluogo”, “della rinascita di un ceto operaio”, oppure di “Cosa accade al piccolo commercio con il mutamento dei modelli di consumo” magari ne parlerà con qualcun altro. Tutti argomenti seri, per carità. Porto delle osservazioni sul polivalente, tra l’altro oggettive, e lei che fa, sposta l’attenzione della discussione sul qualunquismo? Sul mio presunto fermento elettorale? Ho osservato come due amministrazioni diverse, 2005-2010 e 2010-2015, hanno “restituito” alla comunità lo stesso bene per ben due volte, l’ultima in questa campagna elettorale, e lei mi parla di qualunquismo? Io parlerei di atteggiamento preelettorale, di politichese al cubo. Ho detto che qualcuno, all’epoca, non ha saputo prendere delle decisioni giuste, e per questo il polivalente come dice lei “ha avuto, come si sa, una storia travagliata”. Di questo, del resto, se ne sono già accorti tutti. Colgo una nota di vittimismo nel leggere “e certo non si può addebitare alle ultime amministrazioni anche la colpa per averlo aperto”. Magari io avrei da ridire su come all’inizio degli anni novanta, anzi nel 1989, è stato gestito il progetto. Se l’amministratore di turno dell’epoca avesse pensato di utilizzare i suoi soldi (personali) per il polivalente, le assicuro che non avrebbe commesso errori, anzi orrori. Questo intendo quando dico che un amministratore dovrebbe essere e ragionare come imprenditore. Se un amministratore pensasse di rischiare del suo come fa un imprenditore, e cioè ci mettesse i suoi soldi, farebbe delle scelte più oculate e non come è accaduto per il polivalente, e se così non fosse allora è incompetenza. Un polivalente progettato negli anni novanta avrebbe dovuto avere le stesse caratteristiche funzionali di un polivalente progettato nei nostri giorni. Con tecnologie differenti ma con le stesse caratteristiche funzionali. E cioè un palco funzionale, un sipario funzionale, una graticcia, delle scale interne e non esterne per raggiungere una regia funzionale, una acustica funzionale, un sistema di proiezione funzionale ecc... Ma invece stiamo parlando di una sala convegni progettata male e con una pessima acustica, e di niente altro. È giusto apportare dei miglioramenti alla struttura, una forma di rispetto nei confronti dei soldi già spesi, oltretutto lo ritengo un dovere per qualsiasi amministrazione, ma come può facilmente immaginare il risultato di questi interventi, che possiamo tranquillamente definire migliorativi, non risolvono i problemi di fondo che la struttura racchiude in se. Problemi dovuti alla incompetenza dell’amministrazione che ha gestito il progetto iniziale. Lei è entrato nel “polivalente”, lo sa benissimo cos’è. Poi possiamo tranquillamente organizzare concerti piuttosto che saggi di danza o l’operetta, ben vengano, sempre meglio della palestra di una scuola, su questo penso che siano tutti d’accordo. Basta chiamare le cose con il loro nome. È solo una questione di buonsenso. Si tratta di applicare un po’ di saggezza alla vita quotidiana. Il problema è reperire la saggezza... Quando mi attribuisce il “qualunquese” immagino si riferisca all’asfalto preelettorale. Quello resta un dato di fatto, se c’è una volontà la si attua, compreso trovare i soldi, se c’è la volontà di chiudere le buche lo si fa a tempo debito e non 15 giorni prima delle elezioni, poi parole. Per tutto quello che riguarda il resto mi sono espresso con cognizione di causa, cioè sono avvenimenti che mi hanno coinvolto e riguardato personalmente, fermenti preelettorali compresi, quindi ho cognizione di quello che dico. Per quanto riguarda il mio presunto fermento che dire, lo deve chiedere ai candidati che mi hanno avvicinato, che sono venuti a casa mia alle ore 21:00 mentre stavo cenando e hanno lasciato, in fretta e furia, il francobollo fotocopiato di un invito all’inaugurazione del 118 che misura mm 30 x mm 77, che io “qualunquemente” definisco preelettorale. Se io amministratore decido di inaugurare qualcosa mi organizzo per tempo, stampo un invito “serio” e lo do alla gente in un orario “consono”. Oppure lo può chiedere a quelli che preferiscono l’asfalto preelettorare. Insomma a tutte quelle persone che hanno gestito e gestiranno ancora il “polivalente” che a quanto pare, apprendo, dopo 26 anni, non è ancora finito. Questo per me è qualunquismo. E allora mi chiedo; che cosa ci è stato restituito fino ad oggi? Restituiteci una cosa quando è finita. Capisco che il polivalente rappresenta per le ultime amministrazioni una eredità “scomoda” e comprendo gli sforzi, apprezzabili, ma non ce lo rifilate ogni volta come “restituito”, altrimenti io, da qualunquista, in campagna elettorale, penso che è una trovata preelettorale, e per quanto tutto ciò possa infastidirla le dico che a tutto questo ci hanno abituato le amministrazioni. Francamente mi fa specie che lei abbia postato l’immagine di Cetto La Qualunque, nel suo film fa il verso proprio al quel tipo di amministrazione che abbiamo avuto negli ultimi anni ad Avigliano. Però stia sereno caro Marino, prima di attribuirmi il qualunquismo si guardi intorno. E visto che lei vuole parlare della “crisi mondiale devastante che la nostra comunità ha affrontato”, e di molto altro, non la tedio più con il mio qualunquismo. Cordialmente, qualunquemente la saluto.
 
Massimo De Carlo
fonte AVIGLIANONLINE.EU
categoria: POLITICA
 

I COMMENTI DEI VISITATORI
ENZO CLAPS da AVIGLIANO | 27/05/2015 - 18:03
 
Il 15 novembre 2014 nel Centro Polivalente di Avigliano, ho assistito con piacere ad uno straordinario concerto del gruppo musicale “Stoptail” e devo dire ottima acustica e sedie comodissime. Accontentiamoci del peggio se peggio è, almeno Avigliano ce l’ha il polivalente. Altrimenti continuiamo con gli esercizi di stile, con le variazioni sul tema, con le letture e le riletture tra passato e presente proiettati nel futuro insonorizzato dove il palcoscenico sarà buono per giocare in chiave Disney, agli antichi greci. Per la cronaca la progettazione eseguita dal luminare prof. Mele (per nostra sfortuna) risale alla metà degli anni 80 e come ebbe a dire un architetto locale “lu prusutt’ da’ lu’ pignatied’”.
 
Donato Galasso da Avigliano | 27/05/2015 - 23:21
 
Compaesano Enzo Claps spero tu stia scherzando quando affermi che dobbiamo accontentarci. Non posso accontentarmi se sono serviti tantissimi soldi pubblici e tantissimi anni 1989-2015 per un risultato discutibile (per non dire pessimo). Per fortuna c'è differenza tra una cosa fatta ed una cosa ben fatta! Io non mi accontento!
 
ENZO CLAPS da AVIGLIANO | 28/05/2015 - 06:55
 
Caro “paesano”, purtroppo il progetto del polivalente datato 1985 si è sviluppato non tenendo conto di quattro ordini di fattori: l'inserimento urbano, la rappresentatività dell'architettura, la funzionalità degli spazi e l'economicità dell'intervento. In 30 anni si sono messe tante pezze che hanno tamponato al meglio le deficienze strutturali dell’edificio. ACCONTENTARSI per me non vuol dire rinunciare pensando a quello che hai adesso senza provare a migliorare. ACCONTENTARSI vuol dire provare, ed esprimere, gratitudine per quello che c'è e, al tempo stesso, discutere come migliorare per risolvere al meglio le problematiche che presenta ancora il polivalente, senza “attriti” e personalismi di “chi si tu e di chi so io”.
 
Luciano Donato Marino da Avigliano | 28/05/2015 - 10:41
 
Caro De Carlo. Sempre niente di personale. Le amministrazioni di Centrosinistra che si sono susseguite, in particolare le ultime 3 (Tripaldi 2 e Summa) hanno risolto al meglio, date le condizioni di partenza, l'eredità scomoda di una struttura che dato il costo non poteva essere abbandonata a stessa. Certo che ricordo com'era, nel primo sopralluogo che feci trovai una struttura che cadeva a pezzi, dove di notte entravano persone e portavano via qualcosa. Tutto cadeva a pezzi. La struttura adesso c'è, è fruita, non è il massimo ma rappresenta tanto per un centro come il nostro. Quando parlo di qualunquismo, invece, mi riferisco a termini come amici degli amici, torte e altre cose di questo genere. Riguardo alle trivelle invece, cara signora Sileo, se tutti siamo d'accordo di non volerle, iniziamo ad immaginare una alternativa e quindi un futuro per la nostra comunità. Per questo parlare di politica, intesa come costruzione di un orizzonte di senso entro il quale immaginare il nostro futuro non è cosa sterile. Capisco che è faticoso. Ma in questi tempi "liquidi" discutere delle questioni forse costa troppa fatica. Negli anni 80 da giovane, (quando il progetto Polivalente fu concepito) io organizzavo (anche inventandomi degli spazi) dei tornei di calcetto. Negli anni dal 2005/10, da amministratore, ho cercato di contribuire, modestamente, a creare spazi per la socialità e l'associazionismo. Devo sentirmi in colpa per il progetto sbagliato all'epoca? L'antidoto al qualunquismo è l'evitare di usare il "qualunquese". Si può discutere e partecipare, si possono avere opinioni differenti ma ogni argomento aggiunge una riflessione. La crisi devastante caro De Carlo è sotto gli occhi di tutti, e da imprenditore la vedo negli occhi delle persone che cercano lavoro. Virgolettare con tono sarcastico la mia frase sulla crisi è una trovata qualunquista. Per il resto, caro De Carlo, stia tranquillo. Sono molto, molto sereno.