TROPPO APPIATTITI SULL’ART. 38 NON VEDIAMO I MAGNATI DELLA MONNEZZA
Avigliano 1° dicembre si è tenuto il consiglio comunale aperto per discutere il seguente ordine del giorno: “Discussione sull’art. 38 del decreto legge n. 133/2014, convertito con modificazioni dalla legge n. 164/2014 (cd decreto Sblocca Italia). Approvazione ordine del giorno.”, iniziato alle ore 18,00 finito alle ore 23,00 consiglieri presenti 20 su 21 di cui 12 maggioranza e 8 delle minoranza, cittadini presenti circa 80 pochi ma buoni visto il numero delle firme di sottoscrizione parziale che a detta degli organizzatori costa di “416 firme online, a cui sommare il grande risultato della raccolta cartacea di sottoscrizioni: 908.”. Va rilevata sia l’assenza fisica di diversi organizzatori del comitato “No triv Avigliano” che tanto si sono battuti nel virtuale e sia della presenza di cittadini abitanti della frazione Frusci. Petrolio si – petrolio no! Dall’allegoria della Caverna di Platone a Matrix, passando per le favole di La fontaine, soffermandoci sul romanzo incompiuto di Pasolini “Petrolio”, il linguaggio simbolico è un mezzo privilegiato per indurre alla riflessione e trasmettere delle idee. Viviamo nel Paese del tutto 'strategico', tutto “sostenibile”. E un nuovo quadro strategico e sostenibile falsato nei fatti ci arriva dal consiglio comunale aperto ai cittadini a proposito dell’articolo 38 del decreto “Sblocca Italia” ossia il DL 12 settembre 2014, n. 133 recante "Misure urgenti per l'apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del Paese, la semplificazione burocratica, l'emergenza del dissesto idrogeologico e per la ripresa delle attività produttive". Appiattiti solo sull’art. 38. Ma che ve lo dico a fare che al centro del romanzo di Pasolini “Ci sono tutti i problemi di questi oltre venti anni della nostra vita italiana politica, amministrativa, della crisi della nostra repubblica: con il petrolio sullo sfondo come grande protagonista della divisione internazionale del lavoro, del mondo del capitale che è quello che determina poi questa crisi, le nostre sofferenze, le nostre immaturità, le nostre debolezze, e insieme le condizioni di sudditanza della nostra borghesia, del nostro presuntuoso neocapitalismo”. E noi ce ne accorgiamo solo adesso! Il decreto percorre la linea già seguita dagli ex premier Monti e Letta e nessuno dice che aggiunge la possibilità di costruire nuovi forni per arrivare alla dismissione delle discariche. Nel futuro dell’Italia i rifiuti viaggeranno da nord a sud e saranno smaltiti non solo negli inceneritori già attivi, ma anche in impianti nuovi che saranno realizzati nei prossimi anni. E noi ci preoccupiamo delle fantomatiche trivellazioni sul territorio di “Frusci” che non ci saranno mai non certo per le opposizioni NIMBY ma per il fatto che ai petrolieri non interessa. Piuttosto stiamoci attenti per qualche magnate della “monnezza” il territorio aviglianese potrebbe diventare allettante per la costruzione di un nuovo inceneritore a beneficio della vicina Potenza e non solo. Bene ha detto il vicesindaco Antonio Bochicchio, con delega assessorile all’ambiente riportando un pensiero del professor Terzi, secondo il quale: “non sarà superfluo ricordare che non può esistere una crescita infinita su un pianeta finito” Il fatto di ignorare questo principio di base è una delle cause dei tanti guai che ci affliggono – continuando – “impugniamo l’articolo 38 ma anche il 33, 34, 35, il 36 e il 37, anche questi, oltre al 38, si occupano di ambiente e poteri locali usurpati. Ma solo dopo aver prima impegnato il governatore Pittella a dialogare per negoziare con il governo amico a una rivisitazione dell’intero pacchetto sblocca Italia.”. Gli interventi dei rappresentanti del comitato non triv sono andati nella direzione che “non si negozia il diritto alla salute con posizioni intermedie o di compromesso. Il petrolio non è risorsa strategica su cui puntare. La tutela che chiediamo passa per il diniego alla concessione 'Frusci' e ad ogni altra istanza riguardi il territorio lucano”, senza dare soluzioni diverse. Il consiglio si è concluso con il voto unanime del confusionario deliberato che va in direzione della terza via, ovvero quella dello zuccherino che in primis impegna il Presidente Pittella a ricorrere presso la Corte Costituzionale avverso l’art. 38 per farlo dichiarare incostituzionale, altresì impegna il presidente Pittella ad interloquire con il governo centrale affinché riveda le competenze di attribuzione territoriale in materia di autorizzazioni ambientali. Mi sa tanto che non è ne carne e ne pesce. In conclusione se dovessi paragonare il comportamento dei cittadini e dei consiglieri lo accomunerei alle “formiche di piombo” descritte nel romanzo di Enzo D’Andrea, autore compreso da cui prendo in prestito una citazione famosa da lui modificata ed usata sulla copertina del romanzo: “quante cose sono cambiate, affinché nulla cambi”. Tomasi di Lampedusa insegna.