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18/09/2014
LA PRIMA GUERRA MONDIALE, 100 ANNI
Avigliano,1914: “Come la luce si spense sul mondo di ieri”
 
Soldati: “Si sta / come d’autunno / sugli alberi / le foglie.”. Con questi pochi versi il grande Giuseppe Ungaretti è riuscito a dar voce ed espressione alla drammaticità dell’esperienza della Prima Guerra Mondiale ed, in modo peculiare, al senso di precarietà della condizione umana in cui vivevano i soldati nelle trincee, che il poeta paragona a delle foglie che possono staccarsi in qualsiasi momento al più piccolo soffio di vento. Anche i soldati come le foglie, da un momento all’altro morivano sotto i colpi del nemico. La morale di questa poesia non deve riguardare solo i soldati di allora come quelli di oggi che combattevano e combattono al fronte in situazione di rischio, ma tutti gli uomini. Anche la città di Avigliano, grazie all’impegno del Maggiore Donato Rosa, comandante del corpo di polizia locale che ha sensibilizzato l’Amministrazione comunale e ha coinvolto i volontari per il restauro del monumento ai caduti e del cannone, il 21 settembre celebra il centenario della Prima Guerra Mondiale. La cerimonia avverrà in due momenti. Il primo momento: alle ore 10,00 nella villa comunale, il cerimoniale, prevede: l’alza bandiera, la deposizione di una corona ai caduti, e l’inaugurazione del cannone ristrutturato, il tutto accompagnato dalla fanfara della Brg bersaglieri “Garibaldi”. Il secondo momento: alle ore 11,00 nel centro polivalente ci sarà un convegno sul tema della prima guerra mondiale – a confronto esperti di storia bellica: il Generale di Brigata, Capo di Stato Maggiore 2° FOD, Luigi Vinaccia, l'On. Prof. Giuseppe Moles, Esperto di Difesa ed Affari Esteri, il Direttore della Biblioteca Nazionale di Potenza, Dott. Franco Sabia e l’assessore comunale avv. Vito Lucia. La manifestazione si conclude con un concerto tenuto sempre dalla fanfara della Brg bersaglieri “Garibaldi”. I due momenti saranno ripresi in diretta streaming su www.aviglianonline.eu – Ritornando all’”inutile” guerra, al di là di ogni retorica, scolasticismo, catalogazione o semplificazione nel voler ricordare la drammaticità dell’esperienza della Prima Guerra Mondiale ed, in modo peculiare, al senso di precarietà della condizione umana in tale situazione, si riflette quasi esclusivamente la temperie culturale del nostro tempo. E oggi la dimensione della potenza come cuore e strumento della politica ci appare una bestemmia. Oggi non ci curiamo più di ricordare storicamente la grande guerra ma la commemoriamo per il semplice senso di apparire in passerella per poi, a dispetto della storia, da qualche anno, cambiare nome al “Viale della Vittoria” in favore di “Vincenzo Verrastro”. Perché tutto va nel dimenticatoio! Vedere la ristrutturazione del cannone e il monumento ai caduti, da tempo fatiscenti e maltenuti, riprendere il loro vecchio splendore, ci pone una domanda: qual è la percezione del nostro passato storico, cioè di quella porzione di passato, che non possiamo ricordare direttamente perché non eravamo ancora nati, e lo conosciamo, solo, attraverso i racconti dei nostri nonni, che realmente vi presero parte? Che cosa sappiamo della loro giovinezza? E’ possibile riaprire un dibattito fra la loro vita e la nostra? Se ci riuscissimo, questo racconto avrebbe la capacità di risvegliare interesse e curiosità, e di sollevare, con delicatezza, domande sugli eventi terribili che le guerre nascondono. E, forse, sapremo la vera storia del cannone e del primo colpo esploso sul campo di battaglia, segnando l’inizio di una guerra, a cui, d’allora, sono seguite tante altre, inutili e “disumane”. In fondo, “solo i morti hanno visto la fine della guerra”.
 
Enzo Claps
fonte AVIGLIANONLINE.EU
categoria: ARTE E CULTURA