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24/05/2014
LETTURA TRA REALTÀ E TERRITORIO
Avigliano – oggi presentazione del libro “Il segreto di Anna”. Lagopesole – il prossimo 28 maggio presentazione di “Pe nun me scurdà”
 
Con la presentazione, nel chiostro di città, il 24 maggio, del libro di Fabio Amendolara “Il segreto di Anna” e, il giorno 28, nel castello di Lagopesole, della raccolta poetica di Crescenzia Lucia “Pe nun me scurdà”, per il primo anno, anche Avigliano aderisce alla campagna nazionale “Il maggio dei libri”, promossa dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo in collaborazione con l’Associazione Italiana Editori, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica. Questi due eventi, titolati “Letture tra realtà e territorio”, sono stati organizzati dalle Pro Loco di Avigliano e di Lagopesole, con il patrocinio dell’Amministrazione comunale. “In Italia, per tradizione, si legge poco e siamo in fondo alla classifica, con la Basilicata in testa. I dati, infatti, non sono incoraggianti. Tra gli Stati europei, il nostro è quello con la più bassa diffusione di libri: il 42,2% contro il 44,3% della Francia, il 49,8% dei tedeschi e, addirittura, il 71,8% della Svezia.” Ad affermarlo il sindaco di Avigliano Vito Summa. “I maggiori ostacoli alla lettura – precisa Summa- derivano dalla mancanza di efficaci politiche scolastiche di educazione alla lettura e da un sostegno inadeguato alla piccola editoria, cui vanno aggiunti, per un editore su quattro, costi al pubblico troppo elevati. In merito al tema proposto, “ Letture tra realtà e territorio”, parlando di Avigliano, non possono non venire alla mente, con effetto emblematico, i noti lavori di scrittori aviglianesi come Emanuele Gianturco, Nicola Palomba, i fratelli Coviello, I fratelli Vaccaro, Michele De Carlo, Monsignor Filippi, Tommaso Claps, Vincenzo Claps, Antonio Labella, Padre Virgilio Corbo, Tripaldi Antonio Lucio, o gli studi contemporanei di Franz Manfredi, dedicati alle diverse tappe o a particolari ritmi dello sviluppo della città e alla progressiva definizione della ‘forma urbis’. Si è invitati, d’altra parte, a pensare al ‘volto’ della città, quale ci viene dall’interpretazione dell’”Imago urbis”, come “riflesso dell’essere e dell’apparire” che “si concentra in tre filoni principali, i quali, a loro volta, contengono sfaccettature molto articolate: l’immagine vera e propria, cioè il modo della rappresentazione che, ovviamente, è il risultato di un’interpretazione; l’immagine come allegoria e come espressione della mentalità, recepita soprattutto dagli scrittori in tutti i tempi; infine l’immagine che una città deriva dalla propria storia e che da a se stessa, per trasmettere un messaggio, rassicurante o minaccioso. Quello che appare inattendibile, per la ricostruzione dell’‘essere’, può rappresentare una fonte inestimabile per la ricostruzione di una mentalità collettiva o di progetti politici.” In buona sostanza, si può affermare che, nell’immaginario collettivo, il prefisso iterativo davanti al verbo «leggere» può essere una piccola ipocrisia da parte di quanti si vergognano d'ammettere di non aver letto un libro. “L’obiettivo dei due convegni – spiega l’assessore alla cultura Anna D’Andrea – è far riscoprire le diverse tappe dello sviluppo della città, tra realtà e territorio. Così da interpretare i due ‘concetti’ in chiave geomorfologica, studiando, appunto, il territorio e la città dal punto di vista geologico o come entità politico-amministrativa, antropica, etnografica, socio-economica.”.
 
Enzo Claps
fonte IL QUOTIDIANO DELLA BASILICATA
categoria: DA CLASSIFICARE