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26/09/2013
L’AUDACIA DEL PENSIERO CON LA LIMPIDEZZA DELLA FORMA, HANNO DATO GLORIA AI FRATELLI NICOLA E LEONARDO COVIELLO NATI A TOLVE, DA GENITORI AVIGLIANESI.
“Ma quando Emanuele Gianturco conobbe i rarissimi pregi della mente ,e del cuore di entrambi, li rincorò con la sua parola vibrante di viva simpatia, come ad un tratto si mutò la loro vita!”
 
AVIGLIANO: Venerdì 27 settembre alle ore 18.00 nel chiostro del palazzo di città, si celebra la XI Edizione del premio giuridico Nicola e Leonardo Coviello. Quest’anno il premio di euro 1.500,00 per la migliore tesi di laura in giurisprudenza è stato assegnato, a parità di posizione, ai neo addottorati Francesca Gerardi e Leonardo Pace, che perciò si divideranno il premio che sarà loro consegnato durante il convegno. Quest’anno il premio vale “doppio”, perché ricade nella celebrazione del centenario della morte di Nicola Coviello, tanto che anche la Presidenza della Repubblica partecipa all’evento con l’invio di una medaglia di rappresentanza da conferire agli organizzatori per la valorizzazione di pregio storico e culturale del diritto. I relatori tratteranno opere e pensieri dei due fratelli giurisperiti: “L’Invincibile Matematico del Diritto Nicola Coviello (1867 – 1913) e la Cultura civilistica tra Ottocento e Novecento”. Nicola Coviello, uomo di legge che assieme ad altri giuristi come il suo maestro Emanuele Gianturco, il fratello Leonardo, gli Scialoja, N. e G. Stolfi, fu uno dei capofila della "Scuola Napoletana" di diritto civile. La storia ci raccorda che Nicola, figlio d’arte entrò giovanissimo in magistratura, più per assecondare le aspirazioni paterne ( Domenico, consigliere di corte d’appello) che per intimo convincimento. Ben presto si dimise per intraprendere la carriera accademica. La sua conoscenza con E. Gianturco, che in quegli anni insegnava come libero docente nella facoltà giuridica napoletana e del quale divenne fedele discepolo, influì in maniera determinante su di lui, portando alla luce la sua predilezione per gli elementi teorici e storici del diritto. Storica fu una sua brillante lezione sul “diritto di “superficie”, pubblicata successivamente, con il titolo “Della superficie considerata anche in rapporto al suolo e al sottosuolo”, nell'Archivio giuridico, XLIX (1892), pp. 3-195 (consiglio ai nostri politici nostrani di leggerla). Se parliamo di giuristi insigni come Nicola e Leonardo Coviello è meglio iniziare brevemente dal medioevo lasciando ai relatori l’Ottocento e il Novecento. Il pensiero politico medievale immaginava lo Stato come un corpo umano: gli ecclesiastici rappresentavano l'anima, il sovrano la testa, i giudici ne erano gli occhi, le orecchie e la lingua; più in basso, fra il ventre e i piedi, stavano i mercanti, i contadini e gli artigiani. I giuristi - aveva scritto Niccolò Cusano - sono come il fegato in un organismo: donano la salute e l'ordine a ogni membro del corpo (1). Lingua, occhio e fegato dei "corpi" statali gli uomini di legge avevano preso a divenirlo dal XIII secolo; con la riscoperta e la divulgazione del diritto romano compiuta dai “glossatori degli studia giuridici italiani”. Ai doctores si erano aperti gli accessi delle curie imperiali, dei tribunali vescovili, dei reggimenti delle città libere; poi, con l'avvicinarsi dell'età moderna, avevano appreso altre mansioni che hanno caratterizzato il diritto civile e penale italiano. Allora, tutti precettati venerdì 27 per testimoniare un’altra pagina di cultura nella città di Avigliano.
 
Enzo Claps
fonte AVIGLIANONLINE.EU
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