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13/08/2015
ID: 1098
IN BASILICATA, LE ASSUNZIONI A TEMPO DETERMINATO LA FANNO DA PADRONE. MA ANCHE I LICENZIAMENTI, PER QUESTI SIAMO PRIMI IN ITALIA.
inviato da Gianni Rosa
per Fratelli d'Italia - Alleanza Nazionale
 

TESTO COMUNICATO NON FORMATTATO

In Basilicata, le assunzioni a tempo determinato la fanno da padrone. Ma anche i licenziamenti, per questi siamo primi in Italia. Tutti gioiamo per quel 29,8% di assunzioni in più, nel primo semestre del 2015 rispetto allo stesso periodo del 2014, che fanno schizzare la Basilicata in vetta alle Regioni italiane. I dati INPS lo confermano, finalmente qualcosa si muove. Ma i numeri sono la rappresentazione della realtà e devono essere letti nella loro interezza per aiutare ad orientare le politiche occupazionali e di sviluppo di chi governa. Se, quindi, è legittimo e giusto gioire, non possiamo fermarci ai proclami ma dobbiamo approfondire la realtà che questi numeri ci consegnano e migliorarla. A ben guardare, infatti, la Basilicata rispetto a tutte le altre Regioni mostra una propensione, nei primi sei mesi dell’anno, ad assunzioni a tempo determinato. Su quelle a tempo indeterminato siamo sestultimi. Siamo i primi, invece, per licenziamenti. Quell’11,8% rappresenta il dato peggiore in Italia: in Basilicata, da gennaio si è licenziato di più che in tutto il resto della Nazione. E proprio questo dato peggiora rispetto al primo semestre 2014. Questo vuol dire che aumentano sì le assunzioni ma aumentano anche i licenziamenti. Se poi si approfondisce l’analisi, si può constatare agevolmente che le assunzioni che in percentuale aumentano di più sono quelle a termine e che aumentano anche i rapporti di lavoro instaurati tramite voucher del valore nominale di 10 € che hanno un’impennata, rispetto ai primi sei mesi del 2014, dell’81%, passando da 201.904 a 365.377. Insomma cresce l’occupazione, e di questo non si può che essere contenti, ma che tipo di occupazione cresce? Quella precaria. I precari battono gli stabilizzati di 10.000 unità. Meglio di niente? Sicuramente. Ma una classe di governo seria dovrebbe ripiegarsi sul perché non aumenta il lavoro stabile e sul come incrementarlo. A noi sembra che la fragilità e in alcune zone della Basilicata persino l’assenza di un tessuto imprenditoriale sia la causa della precarizzazione del lavoro in Basilicata. Contare, come si è fatto nel passato, solo sul pubblico impiego è oramai anacronistico. La situazione economica degli Enti locali dovrebbe aver insegnato qualcosa a chi ci governa. Quanto incidono su questi dati, l’assistenzialismo delle politiche regionali? Quanto l’assenza di sostegno alle imprese? Su questo dovrebbe riflettere il Governo regionale. Ci rendiamo conto che analisi di questo tipo porterebbero a rivedere tutti i provvedimenti assunti in questo anno, non ultimo l’Assestamento in cui, ancora una volta, Pittella dimostra di non avere progettualità serie di sviluppo, azzerando le già esigue risorse destinate alle imprese. Fa sorridere, poi, l’affermazione del Presidente della Regione che attribuisce l’aumento dei contratti a termine al jobs act. Nel Pd deve esserci una qualche confusione visto che, proprio pochi giorni fa, Renzi esultava: grazie al jobs act “Crescono i contratti stabili”. Vero è, invece, che in Regioni in cui vi è una base imprenditoriale solida e politiche di sviluppo concrete, le assunzioni a tempo indeterminato crescono molto di più che in Basilicata che si ferma al 25,6%: Piemonte 52%, Veneto 45,9%, a volerne menzionare alcune. Se a ciò concorra il jobs act è ancora da chiarire. Potenza, 12 Agosto 2015 Gianni Rosa, Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale
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