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09/11/2013
LO ASPETTARONO SOTTO CASA: TRE COLPI ALLE SPALLE, POI LA FUGA
Santoro accusato dai terroristi di non aver soccorso l'ideologo del gruppo che si era rotto un braccio in carcere
 
I Proletari Armati per il Comunismo furono una formazione terroristica di estrema sinistra che si formò in Lombardia nel 1977 . Suoi dirigenti erano Sebastiano Masala , Arrigo Cavallina e Giuseppe Memeo ed i suoi membri erano per lo più di origine operaia. Il più famoso di loro fu Cesare Battisti Le prime azioni del gruppo furono di appoggio alle rivendicazioni operaie, come l'8 maggio 1978 il ferimento del medico dell'Inam Diego Fava ed il sabotaggio allo stabilimento all'Alfa Romeo di Milano ; tuttavia gli obiettivi più importanti dei Pac furono la lotta alle strutture carcerarie e, nei quartieri, contro coloro che venivano giudicati membri o collaboratori delle forze dell'ordine. La prima vittima del gruppo fu proprio il 52enne maresciallo aviglianese Antonio Santoro, comandante delle carceri di Udine. Le cronache dell’epoca riferiscono che la sua colpa era stata quella di aver tardato a soccorrere Cavallina, ideologo del gruppo, che si era rotto un braccio in prigione, giocando a pallone; il figlio Pino, invece, racconta che un anno prima il padre era stato attaccato dai giornali di estrema sinistra «con accuse di peculato, corruzione e abuso di potere». Santoro denunciò Lotta continua «ma fu lasciato solo anche dai suoi superiori - dice Pino. E assassinato». All’omicidio parteciparono Pietro Mutti, Enrica Migliorati, Claudio Lavazza e Cesare Battisti. È il 6 giugno 1978. Alle 7,40 Battisti, con barba posticcia, e Migliorati, con una vistosa parrucca rossa, si baciano nelle vicinanze della casa di Santoro, fingendosi, per non insospettire la vittima, fidanzatini. L’agente esce dalla sua abitazione e passa accanto ai due ragazzi. Battisti gli spara alle spalle tre colpi: uno va a vuoto, il secondo lo colpisce alla tempia destra, il terzo all’altezza del costato. Gli assassini scappano su una Simca 1300. La macchina sgomma via e Mutti saluta un ufficiale dell’esercito, testimone del delitto, alzando il pugno chiuso «per dare un colore politico a quell’azione».
 
Sandra Guglielmi
fonte LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
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