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13/08/2013
I VECCHI E I NUOVI IMPERATORI: LAGOPESOLE DÀ SPETTACOLO
Il mito di Federico II di Svevia: Anticristo o novello Messia?
 
Il mito di Federico II di Svevia: Anticristo o novello Messia? Ad Avigliano, nella frazione di Lagopesole, sede del castello dell’Imperatore, va in scena (dal 24 luglio al 4 settembre ogni mercoledì, venerdì e sabato), con la consulenza storica del prof. Hubert Houben, lo spettacolo multimediale 'Il Mondo di Federico II'. L’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Summa, forse stimolata dal pensiero di Max Weber, “la società (moderna) ha necessità di miti”, dà vita alla demitizzazione, ma non nel senso della distruzione, bensì della spiegazione del mito dello “stupor mundi” all'interesse della storia. Si spicca il volo e, quindi, si atterra nel castello federiciano, con questo spettacolo multimediale che mescola musica, parole e immagini, riutilizzando in chiave parodistica quegli elementi mass-mediatici che lo stesso Pasolini, seppur criticava, non disdegnava di adoperare al fine di rendere persuasivo il suo messaggio poetico ed umano, e che apre la mente e porta a scoprire nuovi orizzonti culturali e sociali. Un mito non nasce per caso. Scriveva Arnold Esch, a proposito di Federico II, “se un mito come quello federiciano sopravvive per più di otto secoli, esso deve avere una notevole sostanza storica. Anche a Lagopesole, il mito dell'imperatore sopravvive, comunque, alla sua morte. Riferisce, infatti, Salimbene da Parma: "Molti crederono che egli non fosse morto, benché in verità era morto.” E così si avverò la profezia della Sibilla che disse: "Si dirà tra i popoli: vive e non vive.” La profezia sibillina "Vivit, non vivit", ovvero, "chiuderà gli occhi con una morte nascosta e sopravviverà”. È bene concludere, ricordando al gruppo scissionista di Lagopesole e dintorni capeggiato dai fratelli “Pace in guerra” che, per tutta la sua vita, Federico cercò di rivitalizzare l’ideale politico-culturale di un impero cristiano cosmopolita e pluralista, quando altrove venivano affermandosi gli Stati centralizzati e le autonomie borghesi comunali. Questa è storia senza la leggenda. Cari castellani, la speranza nell’avvento di un nuovo Federico tale da castigare il sindaco Summa e l’assessore castellano Vito Lucia, è pura illusione, ma la profezia sibillina si è però avverata, se pensiamo alla sopravvivenza del mito federiciano ancora oggi all'inizio del terzo millennio. Lo spettacolo vale il costo del biglietto.
 
Enzo Claps
fonte LA NUOVA DEL SUD
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