INNAMORATI D'ARTE

03/01/2015
LA LUCE DEL SILENZIO
 
Amo le opere d'arte che mi trascinano in un mondo diverso che sfugge alla ragione. Mi fanno vivere un attimo di magia, eternità racchiusa in pochi secondi. Succede quando mi trovo a contemplare un quadro. Anni fa a Parigi osservando L'Astronomo del pittore olandese Jan Vermeer (1632-1675) è stato indimenticabile il silenzioso viaggio pieno di magia, in cui mi ha portato l'artista attraverso il suo dipinto. Questa è la forza e l'unicità del pittore. Ci trasporta da ambienti reali a luoghi misteriosi ed evanescenti.
Il linguaggio pittorico di Vermeer è davvero unico: contrasti tra toni caldi e freddi, tonalità ombrate, e forme che vengono modellate con un particolare uso di luce avvolgono lo spettatore in un'atmosfera misteriosa.
L'Astronomo è uno di più celebri dipinti dell'artista olandese. Seduto vicino una scrivania lo scienziato tende la mano verso un globo celeste. In questo gesto tranquillo è racchiuso il mistero dell'opera. Comprendiamo che stiamo vivendo qualcosa di privato e speciale. La mano e lo sguardo del protagonista sono rivolti verso il globo, il libro appoggiato sulla scrivania rappresenta, invece, la teoria. La pagina del libro è riprodotta in modo cosi preciso, che è stato possibile stabilire di che libro si tratta: è il lavoro dell'astronomo Adriaan Metius: Sull'investigazione od osservazione delle stelle, edizione del 1621.
Raggi di sole che oltrepassano la finestra, coprono con un delicato velo di luce il globo, ma anche il viso e i capelli dell'astronomo. La luce diventa colore e il colore diventa la luce: pennellate particolari che danno un'importante luminosità, sensazione di silenzio e trasformazione cromatica. Questi sono gli elementi essenziali della pittura di Vermeer.
L'artista conduce lo spettatore verso un raffinato dialogo con l'autore, indicando simboli che fanno scoprire un secondo, non diretto, senso dei suoi dipinti. Il pittore ha concepito le opere nel XVII secolo, periodo d'oro dell'arte olandese. In questo momento sono stati creati da vari artisti tantissimi dipinti che riprendono la quotidianità: donne che pregano in stanze pulite, uomini ubriachi che si divertono in locande, fanciulle che leggono lettere. Per un lungo periodo di tempo le tele sono state interpretate in “chiave romantica”, cioè la libertà del popolo olandese viene finalmente ripresa nella sua libera quotidianità. Alcuni studi del XX secolo, hanno documentato invece che questo modo di interpretare dipinti è sbagliato. C'è bisogno di usare una chiave allegorica per scoprire nascoste prediche morali, rappresentate attraverso opere olandesi del XVII secolo. L'arte di Vermeer si inserisce in questo filone. Nonostante ciò le analogie iconografiche restano simili, ma i dipinti molto diversi da quelli dei suoi contemporanei: Jan Steen, Pieter de Hooch o Emmanuel De Witte. Vermeer non fissa semplicemente sulla tela un gesto, ma comunica, trasmette un senso di attesa, che invita ad andare oltre le apparenze del reale. Questo è possibile sopratutto grazie allo straordinario uso della luce e del colore.
Spesso l'artista usa un sofisticato dialogo fatto di indizi e simboli, come in un rebus . Succede cosi con il quadro Pesatrice di perle, la donna incinta stringe tra le mani una bilancia, con cui pesa le perle. La sua immagine rappresenta la verità e la giustizia. Ma poi spostiamo lo sguardo sul dipinto che si trova dietro la donna e riconosciamo il Giudizio universale. Quest'ultimo non può essere rappresentato senza Michele Arcangelo che tende in mano una bilancia molto simile a questa con cui la donna pesa le perle. La presenza di questo “dipinto nel dipinto” svela il vero significato dell'immagine: vivi seguendo i valori morali, ricordando che alla fine tutto ciò che facciamo sarà giudicato da Dio. La scena non è per niente scontata: la presenza di Arcangelo Michele è un'intuizione che dovrebbe appartenere ai occhi di chi guarda.
Vermeer affascina e coinvolge ancora oggi. Rimaniamo con un grande punto interrogativo osservando uno dei più intriganti ritratti di tutti tempi Ragazza col turbante, conosciuto anche come Ragazza con l'orecchino di perla. Ancora oggi studiosi, scrittori e registi si chiedono chi sia la bellissima ragazza che rivolge uno sguardo ipnotico e sognante dal famoso dipinto. La sua aria misteriosa e una sensualità raffinata ed elegante non lasciano indifferenti. L'espressione ammaliante dello sguardo della ragazza strega l'osservatore. Diventiamo testimoni di qualcosa di intuito, un segreto magari nascosto per anni.
Per circa due secoli le opere di Vermeer sono state quasi dimenticate. Comprendere i suoi lavori non è stato facile per tutti. Il suo decesso prematuro non è stato d'aiuto. Per queste ragioni il genio dell'artista olandese è stato riscoperto circa duecento anni dopo la sua morte, grazie allo scrittore Marcel Proust. Questi nel famoso Alla ricerca del tempo perduto ha dedicato una grande attenzione a Vermeer e alle sue opere, definendolo “maestro preferito”. L'autore è stato uno di primi a far luce sul genio di Jan Vermeer. Il silenzio è il legame che unisce il pittore a Marcel Proust, è il mezzo principale per trovare ciò che serve. Questo silenzio è circoscritto nella calma che trasmettono i dipinti dell'artista. Come se fossi il suo pennello invece nella tavolozza, è stato intinto nelle emozioni dell'artista.
 
a cura di Natalia Michalak
fonte aviglianonline.eu