LA CULTURA DEI LUOGHI E DELLE PERSONE

29/07/2014
DIPHDA NON È SOLO UN GATTO, EDIZIONI TRACCE
 
Diphda è la stella beta della costellazione della Balena, non è solo un gatto? Ma se non è solo un gatto allora che cos'è? È la domanda che ogni lettore si porrà davanti all' allegorico e avvincente romanzo della nota poetessa e scrittrice lucana Anna R. G. Rivelli.
L'opera dal titolo "Diphda non è solo un gatto" Edizioni Tracce è sicuramente il frutto di un appassionato e intenso lavoro di un'autrice di particolare acume e sensibilità. Rivelli, con un libro che sin dalle prime battute assume contorni spirituali e immateriali, travalicando la materialità e finitezza della scrittura, è alla ricerca di risposte che investono l'intera esistenza e che mettono in discussione dogmi apparenti.
"Lea e Pier avevano adottato entrambi la medesima strategia che, alla fine, è quella che accomuna molti uomini: fingere, non farsi domande, lasciar perdere così da accomodare l'esistenza in certezze mendaci piuttosto che scomodarla dentro verità incerte" - scrive in un passo dell'opera.
Il protagonista indiscusso del libro è Diphda, un gatto che ad un certo punto muore, nel senso fisico del termine, ma al di là di ogni ragionevole dubbio, continua a vivere e a mostrare i segni della sua presenza non come un'ombra che si aggira in casa di Pier, bensì come un'entità dal ruolo ben preciso.
Lo spirito dell'animale che aleggia negli ambienti domestici, si inserisce in un contesto narrativo più ampio e disseminato di espedienti letterari diversi, ma convergenti in un unico punto: la presa di coscienza dell'importanza di un soffio vitale dell'Universo che, in un continuum spazio -temporale, riunisce tutti gli esseri viventi senza distinzioni o gerarchie.
Comprendere che siamo parte di un tutto che non ha soluzione, ma come filo che si dipana all'infinito, muta la sostanza ma non l'essenza, non è affatto semplice: è un pensiero che ci spinge alla radice di una natura così mutevole, talmente vasta, da non poter essere afferrata con gli schemi della ragione.
"Pier dal canto suo, piuttosto che dover mettere in discussione tutta la sua visione della vita, faceva come nulla fosse, con l'assurda pretesa che la realtà presto o tardi dovesse adattarsi al suo sentire"- scrive Rivelli.
Demoliti i pilastri della conoscenza, in un retaggio di concezioni filosofiche dal sapore antico e intrise del mistero e del sincretismo delle religioni orientali, non resta che lasciarsi guidare dalla voce dell'artista che cerca di scomporre il buio dell'esistenza con la sua opera paideutica e liberatoria.
È la trama stessa del romanzo, infatti, a fornire un punto di approdo al comune senso di smarrimento di un gruppo di giovani che vagano come rami abbandonati nel mare della vita.
Nel corso della presentazione del volume presso il Chiostro del Comune di Avigliano, proprio su quest'ultimo aspetto ha soffermato la sua attenzione il consigliere regionale Vito Santarsiero, ribadendo l'importanza di un punto di riferimento per quanti, da soli, non riescano ad afferrare il bandolo della propria esistenza e abbiano bisogno di trovare le giuste risposte a cruciali interrogativi.
Un armadio sormontato da inquietanti mascheroni, un libro di Gibran, le fatemorgone, nel libro non sono altro che simboli del mistero della vita, elementi che affascinano ma nello stesso tempo tormentano. Sono immagini dalla duplice valenza: affiorano in punti specifici della narrazione per risolvere la trama e inducono il lettore a valicare i confini della parola, trascendendo la scrittura.
Laddove con la ragione non è possibile andare avanti, bisogna lasciarsi trasportare da "quell'alito che ci fa vivi già sulla soglia della nostra vita e sul suo limite estremo". L'iniziativa promossa da un'associazione lucana che non a caso prende il nome di Lucanima, presieduta da Mara Sabia, ha riunito in un unico e grande soffio poesia, filosofia, letteratura, religione.
Il volume sarà presentato il 6 agosto a Tramutola a Palazzo Terzella per iniziativa del Circolo Culturale Vincenzo Ferroni e il 13 settembre a Sant'Angelo nella Sala San Giuseppe con la collaborazione dell'associazione culturale Lucanima.
 
a cura di Angela Salvatore
fonte aviglianonline.eu