NEWS

24/05/2015
LO SCIACQUALINGUA
Avigliano, c’è odore e……odore
 
Oggi anche il candidato sindaco Mimì Pace parla nel suo programma elettorale e nel suo pessimo discorso (alla presenza di Vito De Filippo) della partecipazione delle donne e si vanta, da membro prescelto della commissione statuto comunale (permanente e dormiente), di aver posto lui all’attenzione la volontà e necessità di disciplinare, inserendola nello statuto comunale, la cosiddetta quota “donne” o “quota rosa” che dir si voglia. A me non mi risulta! Inverso l’unico a scrivere dell’argomento sui giornali è stato il sottoscritto, il 20 settembre 2012. Comunque un ricordino per il “giurista”, oggi è la legge che impone in giunta la presenza di genere in percentuale del 40%, nello statuto si può solo maggiorare questa percentuale. Se tanto mi dà tanto forse al suo posto avrebbe magari potuto far candidare una donna. Mah si sa tra il dire e il fare c’è di mezzo una lista in cui la presenza delle donne rispetta, in maniera certosina, questo 40% non una di più.





Una buona rilettura all’avvocato Mimì gli farebbe bene anche se lo ha scritto un “collaboratore domestico” che ne sa più di lui:





20 settembre 2012
: “C'era una volta una bambina che viveva in un mondo di frutta candita e caramelle. Nel suo mondo di frutta candita tutti si volevano bene, perché tutte le persone avevano capito che litigare non era bello: “Una rivoluzione di genere: a liberare il mondo saranno le donne.” Così scrive Serge Latouche. “È tempo di rendere realtà la promessa di uguaglianza per le donne” conferma Michelle Bachelet. Ad Avigliano una apposita commissione sta cercando di riscrivere o meglio aggiornare lo Statuto comunale. Come sempre all’esterno trapelano voci contrastanti di chi è favorevole e di chi lo ritiene discriminante per la donna e di chi lo ritiene una forzatura non legale sulla riscrittura dell’art 22 con l’inserimento del comma 1-bis.: “Nel nominare i componenti della giunta, il sindaco deve garantire la presenza di entrambi i sessi. “ o in alternativa sempre comma 1.bis: “Nel nominare i componenti della giunta, il sindaco deve assicurare la presenza equilibrata di uomini e donne”. George Orwell scriveva “Nel tempo dell’inganno dire la verità è un atto rivoluzionario”. Cominciamo dall'inizio. E cioè, cominciamo col chiederci: perché è così difficile la piena partecipazione in politica della donna tanto da obbligare con le quote rosa la loro presenza alla vita sociale e politica? Non certo per una sua immutabile proprietà naturale. All’origine del "fatto" c'è un dato storico, c'è il ruolo sociale assegnato alla donna da millenni: quella di essere la donna di casa, che si occupa dei figli, della vita domestica e dei desideri dell'uomo. Basti pensare che di recente è stata approvata, a larga maggioranza, una nuova modifica costituzionale. Si tratta di una integrazione all'art. 51, che adesso, nel suo primo comma, recita così: "Tutti i cittadini dell'uno o dell'altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge. A tal fine la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini". Certo, non è soltanto un problema di tecnicalities elettorali. Gli "appositi provvedimenti", di cui parla il modificando art. 22 della carta statutaria comunale in perfetta sintonia con l'art. 51 Cost., potrebbero altresì essere anche degli incentivi di natura finanziaria rivolti a favorire le candidature femminili, oppure deroghe alla parità di trattamento quanto all'accesso ai mezzi di informazione per assicurare alle donne candidate una maggiore visibilità. Si potrebbe, inoltre, pensare all'incentivazione delle elezioni primarie, e quindi alla regolazione giuridica dei partiti politici con l'obbligo statutario degli stessi di prevedere forme di cooptazione delle donne. In Francia tutto questo è già avvenuto, a cominciare dalla modifica costituzionale e poi dalle leggi elettorali. Tutto ciò ha portato a quella che i francesi chiamano la démocratie paritarie. Anche l'Italia e la nostra cittadina si è veramente avviata su questa strada? La bambina del mondo di frutta candita cresce, e scopre che il mondo di frutta candita non esiste. Nel mondo ci sono tante cose brutte, e soprattutto nel mondo ci sono ancora le guerre di “genere”. La bambina del mondo di frutta candita non è più una bambina, ma è una donna una mamma, di una bimba, che a sua volta, vive nel mondo di frutta candita. Pensa che il mondo sarebbe davvero di frutta candita e caramelle se le persone occupassero più tempo a guardare le cose belle, invece che a litigare per le cose brutte. Mia cara bambina un giorno anche tu leggerai sui libri cosa disse Sant'Agostino, padre della chiesa cristiana cattolica: "Le donne non dovrebbero essere illuminate o educate in nessun modo. Dovrebbero, in realtà, essere segregate poiché sono loro la causa di orrende ed involontarie erezioni di uomini santi."Insegna Peter Modler: “Se le donne desiderano avere successo, devono comprendere che gli uomini comunicano in un modo del tutto diverso da loro… la lingua maschile va imparata come una lingua straniera.””. “I CITTADINI SPESSO SBAGLIANO, NELLE URNE MAI”,


 
Enzo Claps
fonte AVIGLIANONLINE.EU
categoria: POLITICA
 
I COMMENTI DEI VISITATORI
Maria Lorusso da Avigliano | 24/05/2015 - 15:56
 
Certo che questo presuntuoso non ha proprio il senso del limite. Non conosce la storia e si erge sempre a Pico della Mirandola: ricorda tutto lui. Di quote rose si parlò la prima volta proprio 20anni fa, sindaco Mimì Pace, quando si mise mano allo Statuto. Glielo dicano per favore i vari Talpone, Lacerenza, Summa, Domenico Pace, Peppe Margiotta... Non hai ancora, caro Claps, il potere di cambiare la storia. Non ti risulta perchè sei ignorante e soprattutto non hai neppure l'umiltà di informarti prima di scrivere. Sei troppo pieno di te e non ti rendi conto del senso del ridicolo. Pensavo che riportassi su Aviglianonline l'articolo sulla "Ciambotta" come ti ho sfidato a fare. Oppure che dessi notizia dell'altra bravata dei tuoi amici: hanno tappezzato il Comune con i soldi nostri per invitare la popolazione a partecipare domani all'inaugurazione del 118, Pur di acquisire dei meriti, Vito Summa e la sua banda, si appropriano di iniziative e investimenti altrui pensando di poter ancora prendere in giro il popolo aviglianese. A me non risulta che domani parte il 118 di Avigliano: autisti e infermieri non hanno ancora firmato il contratto di lavoro che dovrebbe partire dal primo giugno. Perciò consiglia ai vari Vito Summa e Ivan Santoro di evitare le inutili parate da Prima Repubblica e meditino sui tanti errori e negligenze che hanno lasciato sulla strada della storia degli ultimi cinque anni.
 
ENZO CLAPS da AVIGLIANO | 24/05/2015 - 19:34
 
Parlo a Nuora, perché Suocera Intenda: Maria o come veramente ti chiami, che dici di avermi frequentato a mia insaputa, una volta mi paragoni a Pier delle Vigne ora a Pico della Mirandola e mi dai del presuntuoso. Mi sa proprio che il tuo “simpatico” è vuoto. Dici che si è parlato di quote rose già venti anni fa con il tuo idolo sindaco Mimì. Il primo statuto comunale viene emanato nel 1991 quando Avigliano viene omaggiata del titolo araldico di Città. Bene ti faccio una domanda semplice semplice: sai chi ha approvato nel 1997 la prima modifica sostanziale dell’attuale Statuto comunale purtroppo ancora in vigore? Visto che già se ne parlava e c’era la volontà di garantire (sic!che tristezza che ci sia una legge a tutela di tale diritto) la presenza delle donne nei consigli come mai non è stata prevista la famosa (io direi famigerata) “quota rosa” nell’articolo 22? Chi ti informa dovrebbe farlo meglio. Di una nuova revisione dello statuto si inizia a parlarne dopo il mese di agosto del 2000, con l’entrata in vigore del nuovo testo unico sulle autonomie locali che ne obbligava le modifiche, e guarda un pò nella commissione istituita “all’uopo” era presente, almeno in nome e cognome, anche il tuo idolo dormiente. Meglio essere ignorante e presuntuoso che vuoti/e e per giunta nascosti sotto le spoglie di un “Pasquino”, anche se il paragone non si addice alla tua persona ma dà il senso dei “vigliacchi/e”. Una cosa giusta ti riconosco: è proprio vero non si può cambiare la storia. Ma ognuno può però interpretarla a proprio piacimento.
 
stefania lacetera da potenza | 24/05/2015 - 21:34
 
Caro enzo sei simpatico assai, ma con il tuo fare danneggi il tuo padrone potrebbe licenziarti in quanto in giro ci sono tanti filippini, rumeni, polacchi disoccupati pronti alla sostituzione. Con affetto
 
ENZO CLAPS da AVIGLIANO | 25/05/2015 - 06:35
 
Cara Stefania, ricambio la simpatia, un amico comune mi ha parlato di te come di una professionista intelligente e ottimista. Purtroppo il mio padrone mi ha già licenziato a febbraio per colpa della polvere che i tuoi amici hanno sotto il tappeto. Per rimanere in tema di stranieri gente per bene, lavoratrice e ben sfruttata ci sono anche dalla tua parte politica(parola grossa)….
 
STEFANIA LACETERA da POTENZA | 25/05/2015 - 08:25
 
Caro Enzo per mia fortuna non abbiamo amici comuni , e la parola amicizia detta da te suona malissimo.