ID: 1121
MIGRANTI E ACCOGLIENZA: UN SISTEMA CHE SCONTENTA TUTTI, UN SISTEMA AD INTEGRAZIONE ZERO

09/09/2015

inviato da Gianni Rosa
per Fratelli d'Italia - Alleanza Nazionale

TESTO NON FORMATTATO

Migranti e accoglienza: un sistema che scontenta tutti, un sistema ad integrazione zero L’Italia è il paese di Pulcinella e la Basilicata ne è degna Regione. Ci hanno anche detto che sarebbe stato meglio che non fossimo andati a Sasso di Castalda, al centro di prima accoglienza dei rifugiati, perché avremmo creato aspettative. Ed, in effetti, gli ospiti del centro di Sasso delle aspettative ce le hanno: avere i documenti per poter andare via dalla Basilicata. La nostra delegazione, composta dal Consigliere regionale Gianni Rosa, dal Consigliere provinciale Donato Ramunno e dal Portavoce regionale di Gioventù Nazionale Canio Sinisi è, invece, contenta di averlo fatto. E per questo dobbiamo ringraziare la Prefettura ed, in particolare, la Dott.ssa Zinno, responsabile dell’Ufficio che si occupa dei rifugiati, per averci accompagnato e per la disponibilità dimostrata. Così come massima disponibilità ci è stata data dal gestore del Centro di prima accoglienza. Certo, qui nessuno dei 'finti buonisti' si è fatto vedere. Però chi si aspetta le banali invettive contro gli immigrati e il sistema di accoglienza in senso stretto rimarrà deluso. Gli immigrati sono persone e come tali hanno aspettative: vogliono avere soldi da mandare alle famiglie o semplicemente da spendere, vogliono avere vestiti, non solo puliti, ma anche che vadano bene e che siano di loro gusto e soprattutto vogliono avere il diritto di andare dove vogliono. Ma noi possiamo garantire tutto ciò? No. Non siamo in grado di farlo. E non lo facciamo, né come Regione, né come Stato. Ad esempio, dei 44 ragazzi presenti a Sasso (dovrebbero essere 52 ma alcuni sono nel foggiano per la campagna del pomodoro) nessuno proviene da Stati in guerra, tanto che quasi la metà dei rifugiati sassesi si è visto respingere la richiesta dalla Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale (che sono 20 in tutta Italia per 64.886 richieste solo nel 2014), altri, dopo un periodo che varia da 6 mesi a più di un anno, attendono ancora di essere convocati per il colloquio. Uno dei ragazzi è stato convocato dalla Commissione di Trapani per il 1° giugno 2016, data fino alla quale dovrà rimanere obbligatoriamente a Sasso. Quando Alfano, alla Commissione parlamentare di inchiesta, dice: Italia “campione del mondo di umanità” vorremmo sapere a cosa si riferisce. È umano far attendere per l’esame di una richiesta oltre un anno e mezzo? È umano far aspettare il provvedimento definitivo, tra tutti i gradi di giudizio, 4 o 5 anni? Per questo solleciteremo i nostri rappresentanti in Parlamento a presentare un'interrogazione con la quale chiederemo al Governo qual è lo stato dei ritardi delle richieste d'asilo e di prendere provvedimenti per aumentare il numero delle Commissioni e dei Giudici che si occupano della materia (presso il Tribunale di Potenza sono solo 2 che devono trattare circa 200 ricorsi). A seguito della nostra visita, anche se qualcuno ci ha detto che era inutile, la Prefettura solleciterà la Commissione di Salerno, alla cui competenza sono state trasferite le domande dei rifugiati lucani, ad anticipare le date di audizione. Ma poco si può fare se non si mettono in campo le risorse umane per affrontare l’emergenza. È questo deve farlo lo Stato se vuole veramente essere 'umano'. E, poi, se la richiesta viene respinta? Tutto questo tempo per dover essere rimpatriati? Non sarebbe meglio adoperarsi per dei campi profughi internazionali nei paesi di partenza e aiutare chi davvero ha il diritto di poter chiedere asilo? Perché, Sasso ne è l’esempio, non tutti scappano da guerre e persecuzioni. Nell’attesa del permesso, cosa fanno queste persone? Nel frattempo queste persone non fanno nulla. Alcuni scappano (non ci sono modi per impedirlo) e si allontanano verso il nord per cercare di superare le frontiere, altri guardano la tv. E le politiche di integrazione? Zero. A Sasso i ragazzi ciondolano in attesa dei documenti. Perché è questo quello che vogliono. Uno di loro ci ha detto che non gli interessa la petizione che alcuni Sassesi hanno firmato per vietare loro l’utilizzo del campo da calcio, teatro del primo degli episodi di disordini che li ha visti coinvolti, possono vivere isolati da tutti, quello che vuole sono i documenti per poter andare via. Ed è ovvio che a furia di non fare nulla, gli animi si infiammano. E la popolazione è normale che si senta impaurita. Ma qualcuno, un mediatore culturale, glielo ha spiegato che gli Italiani aspettano giustizia anche per 10 anni? Si, ma non gli interessa. Allora? Facciamoli lavorare. Bene. E cosa direbbero i disoccupati di Sasso se la Regione trovasse un lavoro per gli immigrati e non per loro? Qualcuno sottovoce ci dice: la Regione non pensa ai Lucani vuol pensare ai rifugiati? Altri ci dicono che, in questo caso, sarebbero problemi seri. Ed è vero. Amaramente vero. A Pittella interessa solo poter dire “siamo una Regione campione d’Italia di umanità”, a parole. Perché di tutto il resto poco gliene importa. Da questa visita, noi abbiamo solo avuto conferma di quello che abbiamo sempre detto: il raddoppio degli immigrati è insostenibile, non solo in Basilicata ma nell’Italia tutta. L’intenzione di Pittella, noi pensiamo malsana, di poter rimediare allo spopolamento lucano con la presenza degli immigrati è una scelta, oltre che scellerata, irrealizzabile. Anche, perché, ci fa notare qualcuno: se ci fossero famiglie forse, ma sono tutti uomini, come la devono ripopolare. I matrimoni misti non vengono neanche presi in considerazione dalla popolazione. Le politiche di integrazione? Sono solo chiacchiere: stanno su internet e non vogliono le donne come interlocutrici. Perché? Perché non parlano con tutti ma solo con alcuni e rispondono a tono. Alla domanda: ma glielo avete spiegato che in Italia le donne non stanno zitte? Non è nella loro cultura. E i Sassesi? Ci convivono alla bene e meglio. Di fianco ad un bar campeggia un manifesto di aperto dissenso nei confronti dei rifugiati. Pare che il Sindaco voglia adibire le case di proprietà del Comune al turismo, tornando al progetto di accoglienza turistica diffusa. È, dunque, un sistema che scontenta tutti: rifugiati e italiani e lucani. Un sistema che fa acqua da tutte le parti, un bluff che serve solo a chi ci governa di mascherare la vacuità delle politiche messe in campo che hanno portato a sottosviluppo, emigrazione, anche dei rifugiati (e questo è il colmo), disoccupazione. Politiche fatte per aumentare il consenso personale, senza prospettiva. Noi continueremo nelle nostre visite ai centri di accoglienza lucani per comprendere ancora meglio il fenomeno e per essere vicini ai Lucani e, come in questo caso, anche ai migranti. Potenza, 8 Settembre 2015 Gianni Rosa, Fratelli d'Italia - Alleanza Nazionale


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