INNAMORATI D'ARTE

30/07/2014
FRA LE LUCI E LE OMBRE
 
Lo devo proprio dire...amo pazzamente Caravaggio, ma penso che è molto difficile scrivere un articolo su di lui. Mi sembra molto rischioso descrivere in poche righe senza sminuirlo un personaggio cosi straordinario, brillante nonché un artista cosi importante per la storia dell'arte. Ma c'è anche un motivo più personale...sento che le sue opere fanno parte di me, della mia personalità, di ciò che ho nell'anima, e quindi mi sembra come se parlassi di una cosa molto cara, di un pezzo di me stessa. Ma non posso farne a meno....

Michele Merisi detto Caravaggio è il più influente pittore italiano del Seicento. Un grande innovatore che ha rivoluzionato la storia dell'arte. Un genio, un irripetibile talento e un meraviglioso osservatore della vita. Realizzatore di importanti pale di altare, pittore di santi e angeli, ma anche un attaccabrighe noto per la polizia pontificia dei suoi tempi per possesso abusivo d'armi, violenze, liti con le persone, e battibecchi continui con le forze dell'ordine. Nelle sue opere testimonia sacrificio e peccato ma nella vita diventa un assassino condannato a morte. Sospettato di omosessualità, ma noto anche per suoi rapporti con le prostitute. Questi contrasti li osserviamo anche nei suoi capolavori. La bellezza si scontra con la brutalità e la crudeltà, l'eternità divina con la debolezza dell'uomo. Nei suoi quadri Caravaggio rompe tutti gli schemi di spazio e di tempo. Fa sentire la sensazione di entrare sulla scena dei suoi dipinti e quindi toglie la barriera che separa l'opera d'arte dalla vita. Tutto questo fa percepire l'artista come uno di noi, cosi vero con tutte le sue debolezze e difetti.

Il pittore nasce nel 1573 in Lombardia, ma l'epidemia della peste che colpisce Milano fa spostare la famiglia Merisi in un paesino di nome Caravaggio dal quale poi prende il sopranome l'artista. Li vive per qualche anno, per poi spostarsi a Roma dove inizia il suo percorso artistico. L'eterna città sicuramente era un posto più attraente per giovani artisti, ma sembra che questo non è l'unico motivo di spostamento del pittore. Due biografi dell'artista del 600', Giovanni Bellori e Giulio Mancini fanno intendere che il vero motivo del trasferimento di Merisi è il problema con la giustizia: addirittura la presunta uccisione di un uomo. Non sono facili i primi anni dell'artista a Roma. La povertà, sofferenza e malattia (artista soffriva di febbri malariche) dei primi anni romani si riflettono nel quadro “Bacchino malato”. Questo dipinto è uno dei pochissimi autoritratti del pittore e testimonia questa strada in salita che doveva percorrere l'artista prima di essere apprezzato per suo talento. E questo talento viene scoperto grazie al cardinale Francesco Del Monte che appartiene alle alte sfere vaticane. L' uomo riconoscendo nel giovane pittore un grande potenziale lancia nel mondo artistico il suo protetto. Cosi Caravaggio ottiene le sue prime commissioni pubbliche e crea due tele destinate alla cappella Contranelli a Roma: “Vocazione di san Matteo” e “Martirio di san Matteo”. Da questo momento l'arte non sarà mai più come prima. I dipinti non possono non colpire per la sua originalità e la potenza comunicativa. Con questi capolavori inizia un nuovo realismo. Santi illustrati come persone in carne e ossa sono lontani dal modello bizantino funzionante per secoli. Sangue, crudeltà, visi con le smorfie dolorose sono espressivi come mai prima nella storia dell'arte. Caravaggio come modelli usa la gente di strada, comuni mortali che poi danno il corpo e il volto ai protagonisti delle sue tele. Nel “La morte della Vergine” il pittore usa come modella il cadavere di una prostituta. Il corpo della Madonna con un volto comune, piedi gonfi e lontanissimo da come voleva la tradizione. L'opera fatta su commissione di un uomo di legge, per la cappella della sua famiglia, viene naturalmente rifiutata. Ma “La morte della Vergine” non è l'unico capolavoro di Caravaggio che non viene accettato. Il pittore ha realizzato la pala dell'altare per la cappella di Sant'Anna nella basilica di San Pietro, ma a costo di non esporre il suo lavoro nella più grande basilica della cristianità, Merisi rimase fedele al suo stile., riprende la Madonna, Sant'Anna e Gesù Bambino in un interpretazione naturalistica e come modella per raffigurare la Santa Vergine usa una donna con la reputazione molto discutibile. Ci sono contemporanei dell'artista che non comprendono quel nuovo modo di dipingere, ma ci sono anche pittori che iniziano ad imitare il suo stile. Caravaggio e innovativo su tanti punti di vista. Oltre al magnifico senso di composizione il maestro non usa il disegno preparatorio, cosi siamo testimoni di un passaggio diretto dalla realtà al dipinto. La grande novità è l'uso straordinario della luce. Il pittore rappresenta i suoi personaggi nell'atmosfera scura con la luce che scende solo su alcune parti del corpo che Caravaggio vuole evidenziare. A volte invece la luce gli serve a mettere in risalto le figure più importanti, mentre il resto della composizione rimane nell'ombra. Con questo contrasto tra chiaro e scuro le immagini acquistano altissima potenza comunicativa e una grande forza espressiva.

Spirito collerico e carattere focoso fanno finire il pittore in guai continui. Nel 1606 questa che sembrava una tranquilla partita di pallone cambia per sempre la vita dell'artista. La lite tra Caravaggio e un altro attaccabrighe Ranuccio Tommasoni finisce con un colpo di spada e il rivale del pittore muore ferito all'arteria femorale. In conseguenza Merisi viene condannato a morte per decapitazione. Cosi cominciano gli ultimi cinque anni dell'artista segnati dalla paura e da una fuga continua. Caravaggio vive con la speranza di ottenere la grazia di remissione della condanna. Nel 1608 l'artista dipinge il suo grande capolavoro “Decollazione di san Giovanni Battista”. L'opera riprende il santo negli ultimi spasmi di vita, mentre il boia sta portando a termine l'esecuzione. Questa è l'unica opera firmata dal maestro e il suo nome è tracciato col sangue che scorre dal collo di san Giovanni. Una scelta molto significativa come quella di realizzare il suo autoritratto nella testa mozzata di Golia nel dipinto “Davide con la testa di Golia”. Questo quadro è un modo per sottolineare il suo pentimento per l'omicidio commesso, ma anche il modo di chiedere la grazia. La grazia sembra arrivare, ma il destino gioca un brutto scherzo al pittore: essendo già sulla nave che lo doveva portare a Roma dove per anni di fuga desiderava tornare, probabilmente per un sbaglio di persona Caravaggio viene arrestato. Fu imprigionato per due giorni e naturalmente perde la nave, dove erano già sistemati tutti suoi averi. Una corsa disperata sulle spiagge per riprendere la nave fa indebolire il pittore al punto di avere una ricaduta di febbre malarica della quale soffriva fin da piccolo. Il 18 luglio 1610 l'artista si spegne a trentanove anni. Pochi giorni dopo si apprende che il provvedimento di grazia per il maestro è stato già firmato da papa Paolo V.
Grazie a Caravaggio è nata un'arte nuova. L'artista ha raggiunto una drammaticità con una potenza espressiva come nessuno mai prima. Molti critici del suo tempo non comprendevano quel crudo realismo accusando l'artista di sacrificare la nobiltà di drammi grandiosi. Ma oggi guardando le sue opere viviamo quel grande mistero di vita rappresentato con rispetto ed onestà. Abbiamo l'impressione di non essere semplici spettatori esterni, ma fra le luci ed ombre ci sentiamo presenti nelle scene che si svolgono. La verità che emerge dagli suoi dipinti fa sentire il pittore uno di noi.


per la mia amica Loredana
 
a cura di Natalia Michalak
fonte aviglianonline.eu