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30/09/2012
UN ESERCITO DI DISPERATI A CUI E' NEGATA LA PENSIONE
Decifrare esattamente la platea di esodati non è facile. In Basilicata spuntano casi ogni giorno
 
«In tutta Italia si parla di circa 400.000 famiglie di esodati da salvaguardare ma si è arrivati anche a parlare di una platea che arriva a oltre un milione. Nell'immediato i provvedimenti attuali dovrebbero salvarne 120.000 (65.000 + 55.000). Considerando buono buono il dato dei 400.000 mila, fonte sindacale, gli altri 280.000 che fine fanno? Occorre dire che altri potrebbero salvarsi approvando in parlamento speditamente la proposta di legge cosiddetta Damiano, la n. 5103 approvata in commissione lavoro della camera da tutte le forze parlamentari. Tuttavia il partito della libertà si è opposto alla calendarizzazione per l'approvazione del progetto di legge unitario (che salverebbe più dell'80% degli interessati), pur avendolo appoggiato in commissione». Sono gli interrogativi, i dubbi e le amarezze sollevate da Angelo Pace, che vanno a braccetto con quelli della sua collega Franca Carichino, che ha inviato una mail al deputato del Pdl Giuliano Cazzola, vicepresidente della Commissione Lavoro della Camera, che aveva lanciato una proposta per uscire dall'impasse: considerato che esiste una norma, non ancora abrogata, che consente alle lavoratrici di andare in pensione con 57 anni di età, più le finestre mobili, e 35 anni di versamenti, «alla condizione di sottoporre il proprio trattamento pensionistico al calcolo interamente contributivo anche per la quota antecedente il 1° gennaio 1996». Con opportuni aggiustamenti, il deputato aveva proposto l'estensione, su base volontaria, anche a tutti gli esodati. «Gentile Onorevole - scrive - faccio parte di quella schiera di oltre 270.000 non salvaguardati dagli effetti della riforma previdenziale Monti-Fornero. Sono una donna di 59 anni attualmente in mobilità e poi avrei avuto 1 solo mese di contribuzione volontaria per maturare il requisito di 40 anni di contribuzione, nel 2009 anno in cui sono uscita in mobilità con accordo ministeriale, era il massimo contributivo. La mia previsione era di andare in pensione nel 2013. Questa la mia unica colpa! Diritto che questa iniqua riforma mi ha spostato di numerosi anni durante i quali resterò senza alcun reddito e senza la pensione». «Questa ingiusta riforma - continua - ci penalizza e ci danneggia in quanto ci viene pignorata la pensione e vengono resi vani i nostri versamenti all'Inps compromettendo gravemente il futuro e la sopravvivenza delle nostre famiglie. A questo grave danno la Commissione Lavoro della Camera ha cercato di porre rimedio con la Proposta di Legge 5103 (approvata da tutti i partiti) che rappresenterebbe un' ancora di salvezza per gran parte di noi. Oggi abbiamo appreso che il Pdl si sarebbe rifiutato di calendarizzare l'esame della PdL 5103 alla Camera. Riteniamo tale circostanza gravissima, incomprensibile ed inaccettabile. Infatti non comprendiamo le motivazioni che hanno portato il vostro partito a prendere tale allarmante decisione nonostante il voto favorevole in Commissione Lavoro e nonostante sia chiaro l'intendimento di questa proposta di salvare il futuro di oltre 270.000 famiglie». «La preghiamo pertanto - conclude - di voler intervenire sui suoi capigruppo e sui dirigenti del partito affinché si receda da questa decisione foriera di una posizione negativa del suo partito su tale provvedimento. Ci auguriamo che il Popolo delle Libertà, coerentemente con le numerose dichiarazioni dei suoi principali esponenti sulla soluzione del problema dei così detti "esodati", sostenga ed approvi la proposta di legge 5103, nostra unica speranza».
 
Sandra Guglielmi
fonte LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
categoria: DA CLASSIFICARE