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16/06/2011
AVIGLIANO IL CORTEO STORICO DEI TURCHI DI SAN VITO
Oltre i 300 figuranti
 
Circa 300 figuranti hanno dato vita ad Avigliano l'altro ieri sera, vigilia della festa del santo protettore della cittadina gianturchiana, al corteo storico di San Vito, tradizionale sfilata di turchi con la nave, interrotta negli anni '50 e ripresa nel 1995, in occasione degli imponenti festeggiamenti per il centesimo anniversario della proclamazione del santo a patrono del comune. Per le vie della cittadina, con partenza dal quartiere Basso la terra sino a Viale Verrastro, con arrivo in piazza Gianturco dove i gruppi partecipanti si sono esibiti, si è snodata una parata di giovani vestiti all'orientale (i turchi), che incedevano a piedi o a cavallo, rischiarati con lumi e torce a vento, con in pugno le sciabole, di cavalieri, dame, nobili, ecclesiastici, alfieri, trombettieri, tarmburellisti e sbandieratori, contadini e popolani di tutte le età che hanno catapultato nel passato i numerosissimi spettatori accalcati lungo il percorso. Immancabile la nave preceduta dal "gran turco" con la sua grossa pipa, circondato da molti altri uomini armati di fucili, le cui urla facevano eco a quelle dei musulmani che trasportavano la nave sulle spalle. Numerosi i gruppi partecipanti provenienti da diverse zone della Basilicata (Vaglio di Basilicata, Brienza, Potenza con l'associazione il Castello.) e delle regioni limitrofe (Cava dei Tirreni) e, per la prima volta in questi 17 anni in cui si è ripreso ad onorare questa tradizionale sfilata, le associazioni San Vito Martire e l'Abete sono riuscite a mettere in piedi un gruppo "di corte" aviglianese che, con lo stendardo della cittadina, faceva da apripista. L'origine del corteo storico è da ricercarsi nella leggenda tramandata sino ai nostri giorni grazie ai libri "Avigliano" di Vincenzo Claps e "A piè del Carmine" di Tommaso Claps. Nel primo si narra che l'originario nucleo cittadino fosse stato costituito da un gruppo di persone venute dall'Oriente e rifugiatesi in Lucania in seguito alla perdita, in combattimento, della propria nave; in occasione delle ricorrenze delle loro terre d'origine, questi uomini raffiguravano l'episodio della perdita della loro imbarcazione proprio con un vascello, portato in giro per le strade della cittadina, al cui centro era montato un castello. Nell'altro volume citato, invece, sono descritte le modalità di svolgimento della sfilata che vengono seguite ancora oggi, rifacendosi proprio ai racconti del Claps, con innesti di ricordi degli anziani. «L'Associazione culturale e ricreativa San Vito Martire - affermano i componenti del comitato -, costituitasi nel 1996 dalle persone che l'anno prima avevano organizzato gli speciali festeggiamenti del centenario, ha fortemente voluto il ripristino del tradizionale corteo, trovando il consenso e la collaborazione di tutta la comunità, che ha visto rinvigorire un sentimento popolare mai del tutto sopito».
 
Sandra Guglielmi
fonte LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
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