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26/09/2010
IL COMUNE ADESSO ACQUISISCA I PIANI ABUSIVI DI PALAZZO TELESCA
E' la richiesta di alcuni partiti per risolvere l'annosa storia della struttura dopo vari ricorsi al Tar
 
La "patata bollente" del Palazzo Telesca ad Avigliano è arrivata puntuale nelle mani della nuova amministrazione comunale. Il fabbricato, che prevedeva 4 piani fuori terra, un piano interrato da adibire a garage e due piani di volumi tecnici indispensabili per superare il dislivello altimetrico con il piano strada totalmente da interrare, in totale difformità con quanto previsto dalla concessione edilizia sono diventati garage e appartamenti «per un volume complessivo dei piani irregolari di 5.47,6 mc, ossia il 47,15% in più del volume assentito, per un valore commerciale dei due piani abusivi di circa 2 milioni di euro». A suon di ordinanze di demolizione (che si tradurrebbero nell'interramento totale dei piani) non eseguite, die presentate e poi annullate, ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato, la vicenda, che va avanti dal 2004, sta vivendo una nuovo autunno caldo nella cittadina. Unità Popolare ha infatti affisso dei manifesti in cui viene spiegata, «dopo la revoca da parte della ditta costruttrice di ogni precedente proposta transattiva in vista della possibile riapertura dei termini del Condono Edilizio con la Finanziaria di Berlusconi», la nuova offerta per sanare le difformità: «una strada di 90m. per soli 3,5m.di larghezza con pendenza superiore al 20% e una trentina di posti auto per il cimitero, dal costo effettivo di 106.204,73 ?, spacciati dalla Ditta Telesca con un computo preventivo falso nelle voci, nelle quantità e nei prezzi per Euro 565.088,20 oltre alla previsione, sempre da scorporare, di 75mila ? di onorario tecnico per uno dei due speculatori. Il tutto senza che si parli di oneri di costruzione ed urbanizzazione». Unità Popolare boccia senza appello l'offerta, reclamando l'acquisizione da parte del comune di uno dei due piani abusivi per destinarlo alle Associazioni culturali e di volontariato, la risoluzione preventiva della situazione di tutti i promittenti acquirenti, la realizzazione di una strada comoda di collegamento di Via Fortunato con il cimitero, un parcheggio di almeno 70 posti auto per il cimitero ed il pagamento per intero degli oneri». Anche l'Italia dei valori, alla quale in chiusura manifesto si chiedeva di schierarsi, non si è fatta attendere. «Se si volesse dipanare l'intera matassa -affermano i dipietristi nel manifesto Dura lex sed lex - salterebbero fuori molte responsabilità». «L'edificio - continuano - è stato edificato con gravi difformità urbanistiche e procedurali e la legge 380/2001 impone in situazioni simili solo due possibili scelte: l'acquisizione al patrimonio Comunale dei locali abusivi (art. 31) oppure una sanzione amministrativa pari al doppio del valore venale della parte dell'opera realizzata in difformità (art. 34), senza tergiversare alla ricerca di soluzioni e patteggiamenti».
 
Sandra Guglielmi
fonte LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
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