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03/07/2015
IL BUSINESS DELLE LUMACHE SARÀ «LENTO», MA È SICURO
Francesco e Antonio in un settore che in Italia è poco sviluppato
 
Chi va piano va sano e va lontano. Un proverbio che calza a pennello per Francesco D’Andrea, 22 anni, e Antonio Pace, 33, due giovani imprenditori lucani proprietari di u n’azienda agricola produttrice di lumache. Il nome dell’impresa, per la verità, non è il massimo della fantasia, ma è diretto, esplicativo: «Lumaca lucana». Il terreno dove trovano ospitalità gli invertebrati è a Sant’Angelo di Avigliano, a un tiro di schioppo da Potenza. L’idea di mettere su un allevamento del genere nasce da una piccola ricerca di mercato da cui emergono indicazioni interessanti: in Italia il mercato delle lumache registra un consumo di circa 400.000 quintali all’anno e il 65% del prodotto acquistato proviene dall’estero. Segno che a livello locale c’è un fabbisogno su cui incidere: «Proprio per questo - dicono Francesco e Antonio, proiettati già ad un futuro di filiera - cerchiamo nuovi elicicoltori in tutt'Italia, dall'azienda agricola già formata alla piccola famiglia che vuole integrare con una nuova attività il proprio reddito familiare. Forniamo tutto l'occorente, dalle lumache riproduttrici alla rete per elicicoltura e al mangime. Ci impegnamo a ritirare l'intera produzione dei nostri affiliati». C’è tutto uno scadenziario nel processo produttivo delle lumache: si inizia nel mese di marzo con la sistemazione e la preparazione del terreno (aratura, fresatura e concimazione). Si prosegue con la semina nei recinti di trifoglio e bietola che saranno i principali alimenti di cui si nutriranno le chiocciole. Ad aprile si prosegue con la costruzione dei recinti e dell'impianto di irrigazione per poi immettere le chiocciole riproduttrici. Dopo due mesi si inizieranno a vedere le prime lumache appena nate. Questo è il momento in cui l'alimentazione andrà integrata con un mangime speciale, del tutto naturale. Da settembre a ottobre si dovrà raccogliere la propria produzione, che sarà successivamente «spurgata» per 30 giorni e messa sul mercato. «Attualmente - dicono Francesco e Antonio - abbiamo realizzato 30 recinti su circa 6.000 metri quadrati di terreno, ma abbiamo intezione di allargare di altri 10.000 metri quadrati entro il prossimo anno. Ora le nostre chiocciole sono destinate principalmente alla gastronomia ma dopo l'estate lanceremo una linea di cosmetici». Sì, perché le lumache non sono soltanto una prelibatezza culinaria (i francesi insegnano): la loro bava, infatti, è utilizzata a piene mani dall’industria cosmetica perché ritenuta preziosa per la pelle. Insomma, Francesco e Antonio hanno messo le basi di un business che ha tutte le carte in regola per fare centro. Senza troppi investimenti e senza troppa fatica. Ecco perché continuano a lavorare nel settore edile, Francesco con la ditta di famiglia, mentre Antonio ha u n’attività di movimento terra: «Possiamo coniugare i due lavori - spiegano - perché l’elicicoltura non richiede molto tempo, al massimo 2 o 3 ore al mattino e circa un’ora alla sera per l'irrigazione». Continueranno ad aggirarsi tra mattoni, picconi e ruspe. Nel frattempo, in quella distesa di verde, nelle campagne di Avigliano, cresceranno e si moltiplicheranno le loro lumache. E i loro sogni.
 
Massimo Brancati
fonte LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
categoria: ATTUALITÀ