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07/12/2014
RAGIONA RISPETTA, VIVI LIBERO
Lo scontro fra la concezione individualistica e quella funzionale della libertà di pensiero.
 

Parto dal principio che: “qualsiasi individuo ha diritto alla libertà di espressione… senza considerazioni di frontiere”.


Io non sono e non lo sono mai stato un giornalista ma solamente una persona a cui piace esprimere la propria opinione su fatti realmente accaduti e mai mistificati nella realtà.


Credo che ogni persona è libera di farlo e di divulgarla attraverso i giornali cartacei o le piattaforme digitali.


Per completezza dei fatti, Invito il lettore a rileggere il mio articolo in special modo nella parte in cui riporto il pensiero dei “NON TRIV” e gli interventi dei cittadini aviglianesi che hanno preso parte al consiglio comunale.


Ditemi dove ho travisato il loro pensiero.? E dove con il mio articolo ho tanto irritato alcune persone da essere offeso deliberatamente anche sul piano personale che è fatto assai grave.

Mi astengo da ogni commento e dal citare i post e le persone che mi hanno offeso, ma ricordo a tutti che:tra scheletri nell'armadio che abbiamo tutti e sogni nel cassetto passa un abisso.


estratto del mio articolo dove riporto il pensiero unico del comitato non triv:


“ (…) Gli interventi dei rappresentanti del comitato non triv sono andati nella direzione che “non si negozia il diritto alla salute con posizioni intermedie o di compromesso. Il petrolio non è risorsa strategica su cui puntare. La tutela che chiediamo passa per il diniego alla concessione 'Frusci' e ad ogni altra istanza riguardi il territorio lucano”, senza dare soluzioni diverse. (…)”


DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE N. 34 del 1° dicembre 2014


ORDINE DEL GIORNO


“Discussione sull’art. 38 del decreto legge n. 133/2014, convertito con modificazioni dalla legge n. 164/2014 (cd decreto Sblocca Italia). Approvazione ordine del giorno.”.


ESTRATTO DEL DELIBERATO FINALE:


IL CONSIGLIO COMUNALE DI AVIGLIANO


ad unanimità dei presenti


1) IMPEGNA il Presidente della Giunta regionale, in qualità di legale rappresentante della Regione Basilicata, a proporre ricorso innanzi alla Corte Costituzionale per la dichiarazione della illegittimità dell'articolo 38 del decreto legge 12 settembre 2014, n. 133, convertito con modificazioni dalla legge 11 novembre 2014, n. 164, rispetto alle previsioni contenute nell'articolo 117, comma 3, della Costituzione;


2) IMPEGNA il Presidente della Giunta regionale a favorire il confronto politico-istituzionale con le altre Regioni, i rappresentanti parlamentari del territorio e il Governo al fine di realizzare un'intesa equilibrata fra Stato, territorio e autonomie locali, per salvaguardare l'interesse della comunità lucana, superando la pregiudizievole semplificazione amministrativa e la compressione dell'autonomia dei territori.


INTERVENTI DEI CITTADINI E INTERVENTO FINALE DEL SINDACO:


Sindaco Vito SUMMA


Prima di intervenire dite nome e cognome, serve per la sbobinatura. Se ci sono altri interventi, anche per accelerare le procedure, nel frattempo segnalateli.


Prego, Donatella.


Donatella GALASSO
(intervento dal pubblico)


Buonasera a tutti, io sono Donatella Galasso. Innanzi tutto ringrazio l’Amministrazione ed il Sindaco per questa opportunità, in realtà farò un intervento molto breve, concordato. Rappresento un Comitato di cittadini di cui sono stata in parte promotrice, ma adesso si perde questa qualifica perché in realtà, dato l’impegno, non esiste più un promotore, esistono soltanto tantissime persone interessate ed aggregate da un unico elemento che è la tutela della salute. C’è moltissimo timore in giro, in parte c’è disinformazione, però in realtà si inizia a costruire un livello di consapevolezza maggiore ed io credo che anche la presenza di tutta questa gente questa sera attesti per lo meno curiosità e voglia di sapere. I dati in giro ci sono ed io vi invito comunque ad acquisirli, a leggerli e a maneggiarli con cura, come si dice da qualche parte, nel senso che molti dati sono approssimativi, altri, invece, sono estremamente precisi, verificate le fonti e poi vi farete un’idea sull’argomento.


Il Sindaco ha sintetizzato un ordine del giorno che, in realtà, grazie all’utilità dei social network, era stato più o meno esplicitato come posizione. Lo dico perché, per contenere un po’ il mio intervento e non andare fuori le righe, l’abbiamo scritto, concordato, io l’ho scritto, io lo leggerò, però è un intervento che tiene conto di quanto su Facebook era già emerso. È una piattaforma che stiamo utilizzando moltissimo e che se utilizzata seriamente dà l’idea di quella che è l’intenzione dell’Amministrazione.


Quindi dico che come Comitato apprezziamo sicuramente l’apertura dell’Amministrazione, se questo è l’ordine del giorno che passerà, e le parole del Sindaco in particolare, in ordine alla volontà di tutelare il nostro territorio da eventuali, future trivellazioni.


Questo è stato adesso in qualche misura detto. Certo ci saremmo aspettati, questo non lo neghiamo, che un Comune come il nostro, rilevante per estensione, cultura e peso politico, si proponesse capofila nelle iniziative a tutela del territorio, compresa la subitanea istanza al Presidente della Regione per l’impugnazione dell’articolo 38, però comprendiamo le ragioni, da qualche parte esplicitate, di trovare soluzioni condivise. Ciò che più ci interessa adesso è l’unità di intenti e di sforzi della gente comune e delle Istituzioni locali che la rappresentano.


Tuttavia, come già espresso in altre sedi, io lo chiarisco ancora una volta qui, il Comitato si è costituito senza tessiture politiche, poggiando la sua forza aggregante, che tiene insieme differenti sensibilità, sul comune denominatore della tutela della salute, bene primario e non negoziabile, dunque – ed arrivo al punto, chiamiamolo il punto pruriens dell’ordine del giorno che dovrebbe passare e che è stato appena illustrato – non è condivisa dal Comitato la posizione dell’Amministrazione laddove considera il petrolio bene di valenza strategica da maneggiare con cura, riconoscendo la bontà del limite dei quasi 160.000 barili estratti al giorno.


Il contributo energetico della nostra regione è già ad oggi rilevante, la pesante contropartita consta di dossier su ambiente e salute che da soli basterebbero a tacitare qualsiasi dubbio o per lo meno imporrebbero una prudente sospensione di giudizio. Le perifrasi che prospettano controlli severi e più efficaci non rasserenano chi crede fermamente che certi sistemi di monitoraggio vadano messi a punto e tarati non ex post, successivamente, ma ben prima di varare una riforma normativa. Raddoppiare le estrazioni implicherà inevitabilmente la presentazione di nuove istanze di concessione da parte delle compagnie petrolifere. Da qualche parte il petrolio lo andranno a prendere.


Difendere oggi Avigliano e tutta l’area interessata dal permesso Frusci è risposta parziale che non ci malleva dal rischio di impianti vicini e limitrofi, ugualmente inquinanti, ed ecco perché si torna a ribadire l’assoluta contrarietà alle estrazioni.


Questa è la nostra posizione condivisa in maniera assoluta, senza margini di mediazioni, inspirate da eventuali logiche di equilibri politici o anche da valutazioni tecniche. La posta in gioco è troppo alta e questo, seppure nel rispetto delle diverse sensibilità e delle differenti letture dei dati disponibili, è chiaro a tutti.


Sindaco Vito SUMMA
Grazie. Si è iscritto a parlare Francesco Giordano, prego.


Francesco GIORDANO
(intervento dal pubblico)


Buonasera a tutti, sono Francesco Giordano. La cosa che mi fa piacere intanto è che questa sera la sala è piena e non è deserta, quindi vuol dire che questo problema è sentito dai cittadini di Avigliano ed è sentito non ed esclusivamente perché stiamo parlando di permesso Frusci, che cade nel Comune di Avigliano. È sentito, credo, anche per conoscere un po’ di più ciò che riguarda il petrolio, la sua estrazione e quello che accade da vent’anni in Basilicata, perché magari le cose ce le dimentichiamo, ci dimentichiamo che siamo quelli che nel mondo hanno le royalties più basse, ci dimentichiamo le varie ricadute delle royalties sul territorio. Credo che la maggior parte dei 575.000 abitanti non se ne sia mai accorto, perché vengono utilizzate laddove purtroppo non ci hanno dato modo di valutare questo grande beneficio e questo grande privilegio che abbiamo nell’essere il Q8 d’Italia, il Q8 d’Europa e quindi tutto ciò che in questo momento per la Basilicata rappresenta solo ed esclusivamente un danno, dovrebbe essere raddoppiato o triplicato.


Al di là di quella che è la possibilità e la capacità del Presidente della Regione Basilicata di andare a discutere con il Presidente Renzi dell’articolo 38 e dello “Sblocca Italia”, mi piacerebbe sapere dal Presidente della Regione Basilicata e dai vari Comuni che sono interessati alle estrazioni del petrolio quali sono stati i controlli reali fatti dagli Enti preposti, e parliamo di ARPAB, di Acquedotto Lucano, di Tecnoparco Valbasento, parliamo di tutte quante quelle situazioni per le quali si sta discutendo da tempo e c’è qualcuno che ci ha rimesso anche le penne per aver parlato di tutti i danni provocati dal petrolio, di tutte quelle che sono state le ripercussioni sul territorio, ma non soltanto a livello di aziende agricole, quanto piuttosto di mortalità o di codici 048 che riguardano la patologia tumorale. Queste cose si possono tirare fuori dalle ASL e si vedono i trend degli incrementi in Basilicata, probabilmente questa cosa noi speriamo di accertarla, perché in questo momento sono in atto degli esami fatti su persone portatrici di tumore nella Val D’Agri che hanno fatto degli esami specifici al Pascale di Napoli per verificare se hanno presenza di metalli pesanti nel loro organismo. Se uno più uno fa due, a questo punto dovranno dare risposte un po’ più concrete, anziché continuare a raccontarci le barzellette.


A parte questo, ci sono situazioni come quella di Tito, dove noi troviamo 300 microgrammi di idrocarburi – microgrammi per chi non sentisse bene non sono milligrammi, ma sono microgrammi, perché si gioca anche su queste cose, sul fatto che uno possa sbagliare a dire un termine – di alogenati cancerogeni, di idrocarburi policiclici aromatici e componenti altamente cancerogeni. Questi esami noi li abbiamo fatti, ed io parlo del gruppo “Liberiamo la Basilicata” con Giuseppe Di Bello, con un laboratorio di analisi Accredia, significa la bibbia dei laboratori analisi, sono quelli a cui è rilasciato questo titolo, per cui sono in condizione di dare risposte chiare, precise ed inequivocabili.


A proposito di ciò era stato aperto un Tavolo Tecnico con l’assessore Berlinguer il quale, avendo visto che i risultati portati da ARPAB erano completamente differenti da quelli portati da Accredia, ha detto di chiamare un terzo soggetto Accredia, ovviamente accreditato, che potesse fare un’ulteriore analisi su queste zone dov’erano stati riscontrati questi valori. Bene, dopo il primo incontro con l’assessore Berlinguer, tutto è finito nell’oblio. Allora, signori miei, io dico soltanto una cosa: io di questi Enti non mi fido, e voglio assolutamente, o meglio, vorrei che i controlli sul territorio fossero fatti in modo serio e periodico, non possiamo ricordarci delle cose che succedono solo quando poi magari certe manifestazioni colpiscono direttamente le persone interessate. Qui si parla della salute del territorio e del popolo lucano. Grazie.


Sindaco Vito SUMMA
Grazie, Francesco. Ci sono altri interventi? Prego.
Isabella ROSA
(intervento dal pubblico)


Buonasera a tutti, sono Isabella Rosa. Anch’io faccio parte di questo Comitato che non nasce con scopi di belligeranza o quant’altro, noi siamo nati fondamentalmente con l’intento di informarci e di informare, perché su questo argomento petrolio c’è un dire, un non dire, diciamo anche una parola brutta “omertà”, informazioni, contrario di quello che si dice, è tutto molto manipolato.


Riguardo a questo argomento, abbiamo sentito parlare anche di numeri, articolo 38, decreto legge, decreto legislativo, invece di base c’è un articolo, l’articolo 32 della nostra Carta Costituzionale dove si parla del nostro diritto alla salute che è un diritto inderogabile, non si può contrattare con le strade, le ricadute economiche e quant’altro, anche perché guardiamo i dati alla mano, qual è la ricaduta economica nella zona della Val D’Agri? Si sono forse arricchiti? C’è forse un tasso di disoccupazione inferiore a quello, non dico territoriale, almeno nazionale? No.


Parliamo anche di quello che c’è stato detto, quanto meno rassicuranti informazioni circa controlli eventuali ipotetici, in quella zona non c’è un controllo, un monitoraggio sulla salute, perché da domani ci dovrebbe essere? A chi dobbiamo credere se effettivamente sulla nostra situazione e sulla nostra pelle e quella dei nostri figli si gioca una battaglia che domani è già troppo tardi.


Attualmente noi abbiamo un registro tumori aggiornato al 2001, non c’è un dato che ci possa rassicurare e dire: “Ma no, state effettivamente allarmandovi su delle situazioni che non esistono”. Abbiamo fatto una piccola indagine tra quello che sta succedendo tra l’utenza media che arriva al “Madre Teresa” e quello che arriva all’ospedale di Villa D’Agri. Su 100 esami radiodiagnostici, TAC, radiografie e quant’altro, a Potenza, al “Madre Teresa”, 30 casi di tumori, tra quelli trovati, scoperti adesso e quelli che invece sono di screening, sono 30 su 100 esami. A Villa D’Agri invece su 100 esami radiodiagnostici, in una settimana sto parlando, tra quella che è la normale utenza che c’è, ce ne sono 50, c’è una forbice di 20. Ora può essere questo un dato che lascia il tempo che trova per tutte quelle cose che possiamo dire sulla statistica, però è un dato che attualmente nell’immediato siamo riusciti a snocciolare. Ecco perché è tutto devoluto all’immediatezza di quello che la gente possa riscontrare sotto i propri occhi. In casa di ognuno di noi c’è un caso di chi purtroppo ha dovuto combattere con questa malattia.


Allora di cosa stiamo parlando? Di posti ipotetici di lavoro che ci saranno? Parliamo invece di quello che è il nostro dato oggettivo, ci stiamo ammalando, ci stanno smembrando lentamente e con questa situazione diventeremo la pattumiera dell’Italia, se non anche dei paesi esteri.


Vedete, i latini erano bravi, loro diversificavano nel parlare tra feto e quero, chiedo per ottenere, chiedo per sapere. Noi qui come Comitato chiediamo per ottenere una risposta univoca e non demandabile, comunque non contrattabile, che sia un “No, basta, oggi e per sempre a queste estrazioni”. Grazie.


Sindaco Vito SUMMA
Grazie. Ci sono altri interventi? Prego.


Leonardo LAGUARDIA
(intervento dal pubblico)


Ho ascoltato con interesse interventi sostanzialmente dei rappresentanti del Comitato “NO TAV”. Era “NO TRIV”? Allora forse io non ho capito bene, mi rivolgo al Comitato, a chi ha preso la parola, non ho capito se questo “no” sia per gli effetti deleteri sulla salute o sia perché non ci sono stati dei ritorni economici in tutti questi anni di già estrazione, nel senso che mi sembra che avete pure voi un po’ le idee confuse, è un’idea personale.


Sindaco Vito SUMMA


Evitiamo di interloquire con il pubblico, ognuno liberamente esprime la sua opinione, senza interloquire ed aprire dibattiti. Ognuno dice quello che pensa liberamente, com’è giusto che sia, dal pubblico non interrompiamo. Grazie.


Leonardo LAGUARDIA


Ho visto esporre molte tesi, però anche in modo più o meno confuso. Questa è una cosa che io ho ascoltato adesso. Torno a ciò che ha detto il Sindaco, questa bozza di deliberato. Sostanzialmente mi sembra un deliberato improntato più che alla saggezza al realismo, dal mio punto di vista. È dettato al realismo, perché prende atto che, volente o nolente, la politica energetica è fondamentale e non può essere soggetta a situazioni prettamente locali.


Anche nel tentativo di andare a rinegoziare, me lo auguro, però a mio giudizio personale non credo che si riuscirà a spuntare molto, perché appunto dal punto di vista strategico parliamo della grande globalizzazione e dovete pure sapere che adesso la politica anche di un paese, di una regione, dipende da fenomeni internazionali e la necessità di petrolio per alimentare un’economia, un’industria, c’è, visto anche le crisi che sono in atto nell’Est Europa.


Allora, questa posizione, che considero dettata al realismo, nasce dal fatto che se noi abbiamo la risorsa dobbiamo trarre il massimo vantaggio, perché, a prescindere dalla nostra volontà, le multinazionali petrolifere, come voi ben sapete, sono quel tipo di organizzazione che hanno la tecnologia più avanzata. E quindi se hanno intenzione di servirsi di questa risorsa che è presente nel nostro territorio, la riusciranno a prendere a prescindere se sul nostro territorio ci sarà un pozzo o una trivella. A questo proposito, proprio in questi giorni ho avuto l’occasione di vedere un bellissimo film che suggerisco “Il petroliere” di Daniel-Day Lewis, deve essere del 2007, Premio Oscar, e precisamente dovrete vedere gli ultimi quindici minuti in cui c’è il dialogo tra il petroliere ed un predicatore protestante caduto in disgrazia. Sostanzialmente quel predicatore è lì per supplicare il petroliere di dare le concessioni dopo decenni in cui ha negato il permesso di trivellare nel suo terreno. Il petroliere risponde semplicemente “Non ne ho più bisogno, perché da anni e attraverso una cannuccia ti ho succhiato via tutto il petrolio perché mi sono comprato le concessioni di tutti i territori intorno”.


Quindi, io dico, facciamoci un bagno nel realismo, visto che abbiamo questa risorsa cerchiamo di ottenere il massimo vantaggio. Le obiezioni che sono state fatte sono condivisibili nel senso che bisogna fare maggiori controlli per quanto concerne l’ambiente, la sanità dell’ambiente ed anche delle persone e forse qui condivido anche una critica per avere un migliore utilizzo delle royalties. Grazie.


Sindaco Vito SUMMA
Grazie, Leonardo. Ci sono altri interventi? Prego, Enzo.


Enzo D’ANDREA
(intervento dal pubblico)


Mi chiamo Enzo D’Andrea, sono un geologo, ma al di là di questo aspetto tecnico, vorrei rispondere all’intervento di Leonardo Laguardia in merito alla questione della confusione, perché a me non mi è sembrato così, almeno come la penso io, adesso parlo a nome mio, perché vorrei chiarire questo concetto. Innanzi tutto la questione economica non è stata tirata in ballo, almeno così mi è sembrato di capire, in merito a quello che vogliamo o non vogliamo. È un aspetto in cui mi sono imbattuto personalmente, perché io ho avuto modo di collaborare con l’ENI, ho lavorato in Val D’Agri e ho visto certe realtà, le conosco palmo a palmo e ho visto innanzi tutto che la ricaduta economica dopo vent’anni di estrazioni è stata nulla, ho visto attività fallire e ho visto un misero numero di persone coinvolte in attività lavorative per periodi limitati. Mi riferisco anche alle pubblicità che si fanno attualmente in merito alle attività che verrebbero appunto collegate con le estrazioni petrolifere, mi riferisco a Tempa Rossa, mi riferisco alla stessa Val D’Agri e mi riferisco anche appunto alla logica che ENI e tutte le altre compagnie petrolifere attuano quando si spostano in un determinato territorio, perché ho anche degli amici che lavorano per ENI e quindi queste cose, volente o nolente, le vengo a sapere.


Allora il concetto è questo se bisogna barattare quello che è un dato certo e se avessimo un registro tumori aggiornato ed uno studio serio, pubblico e quanto meno scevro da ogni condizionamento sull’andamento dell’inquinamento ed il numero che sta aumentando di persone che si ammalano al momento solamente nelle aree di estrazioni, sicuramente moltiplicando i pozzi, moltiplicando l’attività estrattiva questo dato per forza si dovrà spalmare su tutta la Regione. E apro una piccola parentesi, qualche volta che mi capita di ragionare con amici, con conoscenti sul discorso “Si è ammalato quello. No, quello è un brutto male, un tumore, ci sarà qualcosa nell’aria”. Forse anche da questo punto di vista hanno toccato un tasto proprio sicuramente importante della questione perché appunto l’inquinamento aria-area è un aspetto importante e di cui esistono dati per il momento purtroppo solamente a livello vocale, verbale, perché comunque, come sappiamo, non sono documentati in alcuni casi, altri, invece, per contro proprio hanno provveduto anche a questo tipo di documentazione e sono risorse disponibili in rete.


Comunque volevo dire che la ricaduta economica non è un timore nostro, è una certezza, è una bassa ricaduta economica, il timore vero che muove tutti i cittadini, molti li ho conosciuti adesso, è quello per la salute. Mi sono ritrovato ad aver vissuto la parte del petroliere, ma non da quel punto di vista, come tecnico, e adesso mi ritrovo però dalla parte opposta, come persona che ha avuto modo di constatare che dopo vent’anni in Val D’Agri non è cambiato nulla, io la conosco molto bene, io ho girato i sentieri della Val D’Agri e ho visto delle cose che forse la maggior parte delle persone qui presenti non conoscono.


So di quello che sta succedendo nella zona di Corleto, Gorgoglione, quelle zone lì. Adesso si parla di un’attività che dovrebbe espandersi a macchia d’olio o petrolio sul territorio lucano. Si parla delle estrazioni sulla costa ionica, un tempo si parlava di utilizzare il nostro territorio per le vagonate dei rifiuti nucleari e quindi quel discorso della pattumiera non è solo un discorso ambientale del territorio, che è molto importante, ma è anche un discorso che riguarda la nostra salute. Purtroppo ognuno di noi potrebbe essere coinvolto, perché fortunatamente le malattie non guardano in faccia nessuno, fortunatamente.


Allora noi vorremmo comunque evitare quel discorso del rinunciare, del non avere, inutile fare questo tentativo, perché comunque c’è un discorso internazionale, ci sono degli interessi internazionali. A me personalmente interessa poco, nel senso che ne sono cosciente, mi fa paura questa questione, ma so anche una cosa: è meglio fare qualcosa, sbagliare, non ottenere nulla che non rimanere con le mani in mano.


Sindaco Vito SUMMA
Grazie. Prego, Lucia Sileo.


Lucia SILEO
(intervento dal pubblico)


Buonasera a tutti. Io non avevo intenzione di fare un intervento, però il signor Laguardia mi ha un po’ ispirato. Volevo dire che forse ha ragione quando dice che il petrolio è una risorsa che deve essere utilizzata al massimo, ma al massimo per chi? Il massimo che cosa significa? Deve essere utilizzata, finora è stata utilizzata con il massimo profitto per le case petrolifere, qual è stato il beneficio che ha avuto finora la Val D’Agri e le zone interessate da questa cosa? Io non ho visto niente di positivo, io lo vedo da fuori, lo sapete quasi tutti, io vivo da sei anni in Norvegia, quello è un paese che da essere uno dei paesi più poveri al mondo è diventato uno dei paesi più ricchi con le estrazioni petrolifere, ma lì sono norvegesi, non sono italiani, le royalties sono quasi l’80% e questo significa che c’è un fattore 10, se non sbaglio. La Statoil che estrae il petrolio è per il 70% dello Stato ed è inoltre obbligata ad investire una grossa percentuale dei suoi profitti in ricerche e sviluppo. Io lavoro in un Ente di ricerca che non lavora per il petrolio ma per tutto ciò che si muove anche attorno al petrolio, tutte le navi, facciamo gli esperimenti sulle piattaforme petrolifere e tutto quanto. La Norvegia è tutta ricca, io non vedo uno che sia povero. Questo non succede in Italia, va bene, perché loro sono norvegesi, la corruzione è quasi lo zero virgola, in Italia non è così. C’è poco da fidarsi. Quando dei cittadini liberamente si mettono insieme, vuol dire che qualcosa è andato storto, che la cosa non è stata gestita bene, vuol dire che non c’è stata trasparenza, vuol dire che qui qualcuno ha voluto fare i fatti propri, altro che strategie internazionali, qui io penso alla mia poltrona che se ti faccio questo domani mi trovo chissà dove.


Allora voglio dire una cosa: il petrolio non è l’unica risorsa che deve essere utilizzata al massimo, noi qua non siamo nel Kuwait, non siamo nel deserto del Sahara, ci sono risorse ben più grandi e ben più importanti e non ultime sono le risorse umane. Ragazzi, scusate per il “ragazzi”, mi è venuto così, perché mi sento di essere a casa, io vivo fuori, ma io sono a casa mia, io sto dicendo la mia perché sento che questa è casa mia. Io non sarei voluta andare via da questo posto, me ne sono andata perché il mio paese non mi ha offerto delle opportunità di lavoro, ma se devo essere sincera, adesso, vedendo lo stato dei fatti, quello di stare fuori lo faccio per scelta, prima lo facevo perché ero obbligata, non avevo altri sblocchi, non c’era un lavoro che fosse adeguato alle mie competenze. Adesso lo faccio per scelta, perché qui non ci voglio stare, perché non vedo alcuna alternativa, alcuna cosa positiva. Adesso ho un bambino, cosa gli offro? Non è meglio se resto in Norvegia? Io penso proprio di sì.


Allora, io dico, pensate alle altre risorse che ci sono e sono tante, le risorse umane, fate in modo che le persone, soprattutto quelle più valide, non debbano andare via, perché io ho letto degli articoli ultimamente, mi riferisco un po’ a tutto il Sud che viene depredato da centinaia di anni, sono soprattutto elementi che dal Sud vanno altrove, a capo dei C.d.A. e a fare le cose importanti. Le risorse umane sono ancora più importanti, senza considerare le risorse storiche, culturali, enogastronomiche, agricole, turistiche e chi più ne ha più ne metta. Ripeto, non siamo nel deserto del Kuwait. Su pozzi petroliferi così vicini ad aree così altamente popolate, sinceramente io avrei qualche remora, non credo che se trovassero il petrolio a Milano andrebbero a mettere una trivella a Milano.


Allora voglio concludere qui il mio intervento. Agli amministratori, ai Consiglieri, agli Assessori, anche ai tanti amici che vedo qui, dico che quando fate una scelta considerate il fatto che qui state facendo delle scelte che influenzeranno anche il futuro di tante persone. Qui potete vedere i loro occhi, potete vedere le loro facce, pensate ai futuri possibili scenari che possono derivare dalle vostre scelte politiche, e non voglio dire nient’altro. Grazie e buonasera.


Sindaco Vito SUMMA
Grazie, Lucia; Tonino Angarola, prego.


Tonino ANGAROLA
(intervento dal pubblico)


Grazie, buonasera. Signor Sindaco, mi accodo a quello che ha detto Lucia, era quello che avrei voluto dire io. Chiedo solo di non essere pavidi, si tratta di salute, nessuna confusione, Leonardo, noi siamo per il “no” alle trivelle senza “se” e senza “ma”, non c’è nessun dubbio su questo. Anni sono passati dalle prime estrazioni, siamo la regione, l’ha detto Isabella, con il più alto numero di casi di tumore, la Basilicata è la regione più povera, ma ricca purtroppo di patologie tumorali. Allora non c’è dubbio, le trivelle non le vogliamo, ma non a Frusci, non in Val D’Agri, basta trivellare la Basilicata, con questo provvedimento si pensa che debbano trivellare l’85% della nostra regione, non è campanilismo, non guardiamo a Frusci, non guardiamo al Vulture. Diciamo eliminiamo il fattore di rischio petrolio, almeno fino a questo momento, quando non si sanno le percentuali, ma non si sanno le tecniche che mettono in campo per controllare il territorio, per controllare l’ambiente. Fin quando non siamo sicuri su questo, noi dobbiamo dire di no. Grazie.


Sindaco Vito SUMMA


Grazie, consigliere Rosa. Ci sono altri interventi? Se non ci sono altri interventi, io vorrei fare solo un paio di precisazioni e poi magari provare a formulare una proposta e non vorrei riaprire una discussione, perché molte delle cose ascoltate qui in questo lungo dibattito, utile e secondo me meritavano riflessioni prima, ma insomma proverò a sintetizzarle.


La prima: non dobbiamo decontestualizzare il contenuto di questo provvedimento, il cosiddetto “Sblocca Italia”, dalla situazione più generale in cui versa il Paese, nel senso che dietro una forma sbagliata c’è il tentativo di rimettere in moto un Paese che è fermo, nel quale tanta politica, anche nazionale, ha messo le mani. Il Ministro Matteoli ha firmato molte di queste cose ed era un Ministro di Alleanza Nazionale. Non mi ricordo Alleanza Nazionale insorgere su questi argomenti. Non mi ricordo Forza Italia insorgere, scusa, Mimmo, siccome ti ho ascoltato molto sui giudizi dati al PD, consentimi di ricordare che quello che è stato fatto a Scanzano fino a qualche mese fa portava una firma politica molto chiara. Non mi ricordo di avervi sentito insorgere per quelle cose. Come pure l’allargamento delle estrazioni era materia tremontiana abbastanza forte ed in quell’occasione non mi ricordo di aver sentito strali come quelli fatti qui questa sera. Come pure è innegabile che dietro ad una protesta popolare così vistosa, così forte, così profonda ci sia la delusione di tantissimi giovani, di tantissime intelligenze tradite da una prospettiva politica che ha bruciato il proprio futuro e non ne ha costruito altre.


Temo però, e lo dico soprattutto ai cittadini, a chi giustamente si è animato in questa vicenda e l’ha fatto opportunamente, che la necessità di chiarezza debba partire soprattutto dalla conoscenza e soprattutto debba riaffermare una voglia di verità, così com’è stato fatto, così come credo venga fatto, stando attenti che le affermazioni che talvolta vengono prodotte rischiano di essere, pur nella generosità e nella buona fede, a volte eccessive. Io vi invito a leggere lo studio di Nomisma Energia del 2012 in cui scoprirete che in Norvegia non ci sono più royalties, come non ci sono più nel Regno Unito, così come non ci sono in gran parte dei paesi europei, che la remunerazione di quelle attività è passata attraverso la fiscalizzazione degli utili che le società conseguono e che per la prima volta, diciamo, superando un vecchio modello che era quello appunto del rosicchiare qualche punto per la prima volta, e lo si deve a questo accordo, si introduce un principio che in passato soprattutto Tremonti aveva avversato e cioè che la remunerazione venisse dall’IRES, dall’imposta sul reddito, che è una novità assoluta, che vincola ai risultati aziendali alcuni ritorni, e che per dirla con Michele, siccome il petrolio c’è e prima o poi qualcuno lo vorrà estrarre, credo che l’aver imposto un limite e l’aver costretto anche il Governo nazionale, in un contesto molto particolare, a modificare un impianto che era insoddisfacente sia un risultato.


Questo non significa che ci soddisfi l’attuale livello di controllo ambientale, anzi. Questo non significa che non debba essere approfondito non solo l’indagine epidemiologica, io vi invito anche su questo a consultare i dati di tumori.net, dove c’è un benchmark tra tutte le regioni, dove c’è uno studio abbastanza analitico su alcune vicende, non è fatto dalla Regione Basilicata. Siamo in difficoltà sui rifiuti, non ci aiuta a fare passi in avanti, ma noi questo problema l’abbiamo risolto.


La formulazione dell’articolo 38, ma non è solo l’articolo 38, l’intero impianto dello “Sblocca Italia” confligge con un principio generale che è quello della tutela dei territori. Personalmente per semplificare il tema con qualcuno avevo detto: “Non può essere che il Governo nazionale ci toglie qualcosa e noi non diciamo niente”. Lo dobbiamo non tanto perché è un Governo amico o nemico, tanto stiamo imparando che gli effetti peggiori sono prodotti da quelli che avrebbero dovuto aiutarci, la peggiore finanziaria l’hanno fatta due sindaci e quella che viene sarà ancora peggiore.


Lo dico perché tutti quanti, a partire ovviamente dai decisori istituzionali, dovremmo imparare su questo ad approfondire le questioni, a collocarle in un contesto più generale, e soprattutto a collocare le nostre posizioni in un contesto più nazionale.


Mi aveva colpito l’analisi di qualcuno, il quale diceva che la storia del sud si è svolta in due direzioni: quando il sud ha scelto il ribellismo, lo stigma di quel ribellismo è l’epilogo della rivoluzione partenopea, Masaniello decapitato dopo una settimana ed il brigantaggio per stare un po’ più vicino a noi.


Quando la Basilicata ha provato a giocare un ruolo nazionale, a collocarsi dentro logiche più generali, è riuscita a governare processi molto più grandi dei suoi numeri. La Norvegia è il secondo produttore dopo il Regno Unito di petrolio, ma il 90% della sua produzione è offshore, non è su terraferma e quindi questo sarà un tema nei temi, perché lo voglio ricordare a Gianni Colangelo, che ha fatto una ricognizione molto veritiera e puntuale, che anche il comma 6 dell’attuale 38 vincola all’intesa istituzionale il rilascio anche del permesso unico. Siccome il consigliere Colangelo è esperto di Diritto Amministrativo sa bene il senso di questa affermazione ed una Regione che ha negato l’intesa con alcune motivazioni farà qualche fatica a darla dopo sullo stesso areale e nelle stesse condizioni.


Aggiungo anche che, poiché questa è una questione che riguarda direttamente il futuro delle comunità, non ci sono ordini di scuderie. Personalmente l’ho detto in maniera informale qualche tempo fa, non abbiamo scuderie da tutelare, meno che mai accettiamo imposizioni da chicchessia e non abbiamo alcun timore. Abbiamo prodotto una bozza di ordine del giorno su cui tutti avete discusso; fatta eccezione per Gianni Colangelo, non ce n’erano altre e credo che noi dobbiamo recuperare lo spirito di quanti questa sera hanno partecipato a questo Consiglio, di quanti hanno raccolto le firme, quasi mille firme.


Dobbiamo rispettare lo spirito di chi si affida a questo Consiglio affinché tuteliamo adeguatamente i nostri territori, il bisogno di salute, la voglia di futuro, rifuggendo da facili semplificazioni di bandiera o politici. Ognuno di noi potrebbe in questo momento tirare fuori argomenti che ci allontanerebbero dalla soluzione.


Trovo anche utile e matura la posizione assunta dal Capogruppo Summa, perché il compito nostro, abbastanza complicato, era riportare a sintesi un intero Consiglio Comunale dove esistono, com’è normale che vi siano, sensibilità politiche diverse, visioni diverse, idee sugli argomenti non sempre coerenti ed in questo momento aver invertito quell’ordine fa giustizia di tutte queste considerazioni.


Vi faccio riflettere su un ultimo aspetto, giusto perché non l’ho visto ripreso, credo per dimenticanza, sulla necessità di mantenere aperta una interlocuzione diversa. Vedremo che cosa accadrà in Consiglio Regionale il 4, ma l’ho detto in premessa e lo voglio ricordare, hanno impugnato l’articolo 38 regioni che sono molto più importanti e molto più grandi di noi e l’hanno fatto non perché avevano le estrazioni petrolifere, perché, come noi, pensavano e pensano, che a fronte di un accentramento, qualcuno si è anche spinto ad analizzare la motivazione politica di questo nuovo orientamento istituzionale, qualcuno dice che fallito il federalismo, così come l’aveva immaginato un pezzo di centrosinistra, fallita l’esperienza della modifica del Titolo V, maturata, come aveva detto Michele, anche con un’imposizione, c’è un processo di accentramento finalizzato non tanto a sottrarre competenze, ma, nel disegno di qualcuno, a provare ad invertire una tendenza di un paese che diversamente è destinato al declino.


Io, è noto, non sono mai stato un renziano doc, ma credo che in questo momento lo sforzo che viene messo in campo, al di là delle forme e di qualche frase di troppo, rappresenta l’unico tentativo di rimettere in moto un paese che invece rischia non solo il declino, in un contesto abbastanza devastato politicamente. Le parole di Lucia Sileo credo che abbiano fatto rabbrividire tutti, questo è il futuro di tantissimi ragazzi, tantissimi giovani che, badate bene, non vanno via dalla Basilicata, vanno via dall’Italia e questo dovrebbe far riflettere tutti. Anche quelli governati dal centrodestra, anche le locomotive italiane, anche quelle arrancano, e lì non c’è Pittella, ha governato e continua a governare da tempo qualcun altro e nonostante tutto la situazione non cambia.


Lo dico perché noi abbiamo bisogno di guardare gli errori con coraggio, con serietà, con onestà, io credo che al di là della rappresentazione massmediatica sbagliata che qualcuno ha voluto dare, dietro quelle migliaia di ragazzi c’è la rabbia di chi non vede un futuro. Potremmo divertirci ad attribuirci le responsabilità, ovviamente sono maggiori quelle di chi ha governato e di chi governa, ma a tutta quella gente spetta una prospettiva e dopo aver visto spettacoli indecenti ed ignobili, questa prospettiva purtroppo è affidata ancora una volta alla politica ed alle Istituzioni e noi, come abbiamo detto già nel Consiglio di sabato scorso, abbiamo forse un dovere in più, quello di riuscire a governare una rabbia sociale che ormai è devastante, che ormai assume forme che io trovo preoccupanti. L’astensione dal voto in questa dimensione dovrebbe preoccupare tutti perché non salva nessuno, non salva Renzi, ma non credo che salvi molto anche gli altri e credo che proprio la partita sul petrolio possa rappresentare per noi, per la Basilicata, per chi la governa, per chi aspira a governarla dopo un Tavolo importante di confronto.


Dovremmo provare a depurare di qualche eccessivo rancore politico, questo non significa sollevare nessuno dalle responsabilità, queste sono sotto gli occhi di tutti, ma abbiamo il dovere tutti di costruire su basi certe, chiare, univoche, condivise, l’attuale sistema dei controlli sanitari non regge e questo credo che sia una verità assoluta, non aiuta qualche eccesso di allarmismo che talvolta si percepisce. Credo che sia più giusto fare le cose che le persone perbene fanno di fronte a cose che non vanno, credo sia dovere di tutti segnalarle, approfondirle, evitare di farli diventare cavalli di battaglia, insomma, nei limiti del possibile, poi ognuno giustamente utilizza gli strumenti che ha, proprio perché non possiamo più giocare né sul futuro delle nostre comunità, ma soprattutto sul futuro di tanti giovani.


Rispetto alla formulazione dell’ordine del giorno, io avevo appuntato alcune modifiche, anche per alleggerirlo di alcune ridondanze, però forse è utile sospendere per un attimo il Consiglio, provare a portare dentro tutte le proposte che sono state fatte, a partire anche dall’ordine del giorno che aveva proposto Gianni Colangelo, in modo tale da addivenire ad un’approvazione unanime con le indicazioni che abbiamo dato, e cioè “di impegnare il Presidente della Giunta Regionale in qualità di legale rappresentante eccetera” e potremmo semplificare il secondo comma e lasciare solo il terzo. Ripeto, io recupererei questo sforzo che non è una passeggiata, un raggiro, o come qualcuno l’ha definito, un escamotage. In Conferenza Stato-Regioni è stato già chiesto al Governo di modificare l’articolo 38, qualcuno ha proposto che questa modifica avvenga in Conferenza unificata, cioè dove sono presenti Regioni, Province e Comuni.


Questa è una materia che esula dalla nostra competenza, però io la manterrei come prospettiva perché, ripeto ancora una volta, noi potremmo trovarci di fronte ad uno scenario del tutto diverso. Vi faccio immaginare solo per un attimo, se la Corte Costituzionale non dovesse ritenere illegittimo l’articolo 38, game over, partita chiusa.


Quindi provare a modificare quell’articolo prima che si pronunci la Corte Costituzionale sarebbe un fatto estremamente positivo. Ricordo a me stesso solo per un attimo che in tutti i paesi europei questa non è materia concorrente, questa è materia esclusiva dello Stato, per cui non è assolutamente escluso che la Corte Costituzionale possa ritenere legittimo quell’articolo. Ecco perché è utile mantenere quella interlocuzione ed io non la snobberei e non la ridicolizzerei così com’è stato fatto qui questa sera.
Sospendiamo per dieci minuti il Consiglio così andiamo all’elaborazione dell’ordine del giorno.


La seduta viene sospesa alle ore 22.23 e riprende alle ore 22.53. Con la votazione del deliberato di cui sopra.


RIPORTATO DA ENZO CLAPS - AVIGLIANO


 
Enzo Claps
fonte AVIGLIANONLINE.EU
categoria: AMBIENTE