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22/02/2014
BANDI DI GARA SOLO FITTIZI PER LAVORI GIÀ ASSEGNATI
Venti gli indagati, tre ai domiciliari. Un «cartello» tra imprese del Potentino
 
Dopo Rimborsopoli ecco la Appaltopoli in salsa lucana. Con tanti punti in comune, a cominciare dal fatto che ci si è venduti
per il classico piatto di lenticchie. Tutt’al più insaporite da un pizzico di peperoncino a base di sesso a pagamento (si veda articolo in basso a pagina III). Se gli «scrocconi» della Regione si facevano rimborsare finanche il pacchetto di caramelle, in questo caso c’è chi avrebbe pilotato appalti per un cambio di pneumatici, un viaggio, piccole somme di denaro, una Montblanc.
La Procura di Potenza, diretta da Laura Triassi, ha messo le mani su un sistema finalizzato a convogliare lavori pubblici verso
un numero ristretto di aziende, potendo contare anche sulla complicità di funzionari e amministratori locali. Il raggio
d’azione dell’operazione - denominata «Vento del Sud» - coinvolge Potenza, Pietragalla, Avigliano e Brienza. Su richiesta del
Pm Francesco Basentini, il Gip del tribunale potentino, Rosa La Rocca, ha firmato tre provvedimenti di custodia cautelare ai domiciliari. Si tratta del consigliere comunale di Potenza, Rocco Fiore (Pd), di 38 anni - c a n d i d at o «renziano» alle primarie del Pd per la scelta del segretario nazionale e dei candidati al Parlamento - indagato, però, nella carica di responsabile dell’Uf ficio tecnico del Comune di Avigliano; Giuseppe Brindisi, 53 anni, dirigente del Comune di Potenza e segretario regionale della
Basilicata dei Verdi; l'imprenditore Bartolo Santoro, 36 anni, amministratore dell’omonima azienda edile. È stato disposto, invece, il divieto di dimora nei comuni di residenza per il consigliere e assessore comunale di Avigliano, Emilio Colangelo, 30 anni, per l’assessore comunale di Pietragalla, Canio Romaniello (47) e per l’architetto del Comune di Brienza, Michele Giuseppe Palladino (54), mentre l'imprenditore Donato Colangelo (43), del capoluogo lucano, dovrà rispettare l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Sono stati inviati anche tredici avvisi di conclusione delle indagini per imprenditori,
amministratori locali e funzionari tra i quali i sindaci di Pietragalla, Rocco Iacovera, e Brienza, Pasquale Scelzo, e l’as -
sessore comunale alle attività produttive di Avigliano Donato Sabia. Sono accusati, a vario titolo, di aver creato un meccanismo grazie al quale controllare le varie fasi delle gare d’appalto in provincia, decidendo a priori chi doveva aggiudicarsi i lavori. Le ipotesi di reato contestate sono di turbata libertà degli incanti, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, corruzione propria ed impropria, induzione indebita a dare o promettere utilità, abuso di ufficio, falsità ideologica
in atti pubblici, distruzione ed occultamento di atti veri, sub-appalto non autorizzato, false dichiarazioni al Pm. Nel mirino degli investigatori, in particolare, sono finiti i lavori di riqualificazione dell’ex campo sportivo di Lagopesole (226.724 euro), i lavori della scuola elementare e media di via del Popolo, a Potenza (340.156), la messa in sicurezza della scuola Spaventa
Filippi di Avigliano, la realizzazione di un impianto fotovoltaico connesso alla rete elettrica della casa comunale di Pietragalla
(116.209), la riqualificazione di rione Murate a Potenza (300.000), la ristrutturazione del palazzo comunale di Largo d’Errico a Potenza, interventi per contenere il consumo energetico degli edifici pubblici e degli impianti di pubblica illuminazione a Brienza, la manutenzione straordinaria dell’autoparco provinciale di Potenza (150.000) e la progettazione per la riqualificazione energetica del campus universitario di Macchia Romana (4.874.821). Le indagini, i cui dettagli sono stati resi noti ieri in una conferenza stampa alla quale sono intervenuti il procuratore Laura Triassi, il questore Romolo Panico e il capo della Squadra Mobile, Carlo Pagano, hanno accertato due sistemi per condizionare gli appalti: il primo contemplava la presenza di un funzionario pubblico «amico» che per il tramite dell’affidamento diretto, dietro promessa di beni ed utilità di diversa natura, assegnava i lavori all’impresa individuata; il secondo sistema, invece, si basava su un’intesa tra i diversi imprenditori
partecipanti alla gara che, prevedendo un ribasso concordato (e, naturalmente, limitato), riuscivano a favorire uno di loro in
una logica di turnazione.
 
Massimo Brancati
fonte LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
categoria: DA CLASSIFICARE