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26/01/2014
VITO LORUSSO: COLPITO DALL’ATTEGGIAMENTO PRETESTUOSO MANIFESTATO DA POSTE ITALIANE PER LA SEDE DI POSSIDENTE
La nostra comunità continuerà a battersi con forza e determinazione affinché sia mantenuto aperto il nostro ufficio postale
 
? notizia di questi giorni del ricorso presentato da Poste Italiane S.p.A. al Consiglio di Stato avverso la sentenza del TAR Basilicata n. 682 del 6.11.2013, con la quale detto Tribunale Amministrativo ha ordinato la riapertura dell’ufficio postale di Possidente di Avigliano. “Tale ricorso, seppur atteso in quanto considerato una prassi in materia amministrativa, sicuramente stupisce e sorprende nei contenuti” sostiene il consigliere comunale di Fratelli d’Italia di Avigliano Vito Lorusso “Ho letto con attenzione il ricorso di appello presentato da Poste Italiane S.p.A. al Consiglio di Stato e, sinceramente, sono rimasto colpito dall’atteggiamento pretestuoso manifestato da detta Società attraverso il ricorso presentato dal suo legale di fiducia. Non entro, per ovvie ragioni, nelle argomentazioni in punta di diritto, non essendo un tecnico della materia, ma quello che colpisce, è il voler ribaltare la Sentenza del TAR Basilicata sostenendo, tra le altre cose, la antieconomicità dell’ufficio postale mettendo a confronto dati non omogenei. Per chiarezza, a seguito del ricorso presentato dal Comune di Avigliano e dai cittadini di Possidente contro la chiusura dell’ufficio postale, il TAR di Basilicata con ordinanza n. 68 del 20.03.2013 accoglieva l’istanza di provvedimento cautelare e disponeva la riapertura del predetto ufficio a giorni alterni. Inoltre, secondo Lorusso, sempre della suddetta ordinanza, il TAR ordinava a Poste Italiane S.p.A. una relazione dettagliata sui reali costi di gestione dell’ufficio medesimo. Tale rapporto, trasmesso al TAR, contrariamente a quanto sostenuto in un primo momento da Poste Italiane S.p.A., evidenziava i seguenti dati: ricavi totali (servizio universale e altri servizi postali) € 167.570,00 , costi totali di gestione (personale, fitto ecc.) € 95.002,00 , profitto annuo € 72.568,00. Tale positivo risultato economico e altre osservazioni di carattere giuridico hanno portato alla decisione del TAR Basilicata che con la sentenza impugnata, ha disposto la riapertura dell‘Ufficio Postale per sei giorni la settimana. “Ora le pretestuose argomentazioni proposte nel ricorso in appello al Consiglio di Stato, tendono a voler confrontare solo i ricavi del servizio universale dell’Ufficio con tutti i costi del medesimo” continua il consigliere Lorusso “ Cosa vuol dire ciò? Mettere a confronto quanto ricava l’ufficio dalle spedizioni delle raccomandate, pacchi ecc. con i costi totali del personale, come se l’impiegato dell’ufficio postale facesse solo raccomandate e non altri servizi come: pagare le pensioni, gestire il risparmio dei cittadini ecc. ? del tutto evidente che vengono messi a confronto dati completamente disomogenei. Seguendo questo, assurdo, ragionamento è da ritenere che anche per un ufficio postale di grande dimensione, lo sbilancio economico sarebbe così elevato che Poste Italiane S.p.A. dovrebbe consigliarne la chiusura . Evidentemente - conclude - non è così perché l’economicità di un ufficio va fatta confrontando dati omogenei, ossia tutti i ricavi che esso produce (servizio universale e non) con i relativi costi. ? evidente quindi l’assurdità di tale ragionamento ancor più che, come affermato dalle stesse Poste Italiane S.p.A., lo Stato, essendo la stessa Società sostanzialmente pubblica, rimborsa il 50% dei costi riferibili al servizio universale. La nostra comunità continuerà a battersi con forza e determinazione affinché sia mantenuto aperto il nostro ufficio postale, considerandolo una conquista sociale del territorio per la sua valenza economica. Inoltre, lavoreremo affinché sia potenziato in modo da offrire servizi sempre più efficienti alla nostra comunità.

 
Leonardo Pisani
fonte GIORNALELUCANO.COM
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