SESTO APPUNTAMENTO COI SUONI MERIDIANI

Nel calendario delle attività culturali estive aviglianesi, quella di ieri sera, 12 agosto 2014, è stata una giornata particolarmente ricca di appuntamenti: tutti irripetibili. Dove andare, quale scegliere? Considerate le sovrapposte manifestazioni, tutte lodevoli, per sciogliere il dilemma e scegliere tra la variegata offerta " Agg' m-nàt'à tùhuocc' ah èglia'nzùth lù Mùhandùlìn". Così, per non far torto ed onorare l'esito decretato dall'antico gioco r lù tùhocch' (La conta), ho partecipato al sesto degli appuntamenti che ci ha proposto il terzo Festival del Mandolino – Città di Avigliano. Anche stasera, come in un corollario matematico, l'evento ha aggiunto un altro prezioso tassello, che rende il quadro musicale offertoci, sempre meglio definito, grazie alla cura riposta dall'Associazione Politeia, dal Complesso a Plettro – Domenico Manfredi, e dall'Amministrazione Comunale. La scarna scena, è allestita in quella magnifica Piazza all'Aperto che fa da teatro e che è il cortile del Palazzo di Città. L'edificio, di cui ancora si scorgono posizionamenti geometrici ed elementi architettonici, che riferiscono di un tempo antico, è un vecchio complesso murario del 1587. Nacque molto prima, nel 1294, come struttura conventuale per monaci appartenuti all'Ordine dei Domenicani. É da qui, da sotto il suo cielo, che adesso, non lontano dalla notte di San Lorenzo, le effemeridi pronunciano le costellazioni di agosto. Da qui sotto, tra di noi, gli otto musicisti campani dell'“Ensemble Mandolinistico di Salerno”, coi mandolini, le chitarre, la mandola e contrabbasso, hanno preso posizione, e, d'emblèe, ci hanno intonato la “Danza” di Rossini: questa tarantella, coi suoi fraseggi melodici e ritmici, giuntaci immediatamente ci ha toccato il cuore (Pensare che taluni, in modo sprezzante, la includono tra le forme di musica e ballo "non colte" del meridione). Questo “giudizio” non ci inibisce: ora siamo un unicum. Trascinati a seguire il suo ritmo, col capo rapito alla gravità. I maestri, con la “loro” musica e col bel canto, ci hanno deliziato per quasi due ore di fila con uno spettacolo vibrante, eseguendo con magistralità i brani in programma, redatto secondo il canone del repertorio classico napoletano, di cui, però, la locandina non ci ha fatto sapere. Il soprano Tiziana Galdieri e il tenore Francesco Formicola, in scena prima con assoli, poi, insieme, con voci morbide, vellutate, dalle estensioni immediatamente elastiche, hanno intonato Funiculì funiculà, Torna a Surriento, Marechiare, Catarì... facendoci venire la pelle d'oca. Con questi, e con tanti altri brani, ci hanno trascinati tutti in un festoso coro generale. Netta, gradevole, dalla timbrica graffiante, la voce del Prof. Gerardo Coviello ha preso posto, sollecitata dal tenore Formicola. Ognuno di noi è dentro la scena. La musica, la voce si ergono, si fanno disegno di viaggio tra le stelle, non più testimonianze di luce, ma meta. Ci è mancata, inspiegabilmente, Te voglio bene assaje: un'autentica poesia, che molti dicono essere il motivo col quale nasce la canzone napoletana classica. Questa dimenticanza, immagino sia stata dovuta alla sterminata vastità del patrimonio canoro disponibile. Rassicuro che non ha tolto nulla alla bontà del concerto, interpretato traducendo come oggetto musicale ogni singola nota o un frammento melodico, ogni pausa o accordo di un brano intero. Il Maestro Mauro Squillante, nella sua duplice veste di Direttore Artistico del Festival, e di Primo Mandolino della serata, questa volta, ancora di più, ci ha raffigurato un quadro in cui le strutture tonali sono divenute raffinate costruzioni tali da rispecchiare l'organizzazione del tempo e l'esperienza del suo scorrere. Si, ero la felice di esserci. Sotto il magico cielo d'agosto, trascinato, rapito da quelle strutture musicali. Ero là a vibrare nel moto della quiete, grazie a quei maestri musicisti e a quell'antico gioco r lù tùhocch' che ha voluto fossi con loro insieme a tanti, tantissimi altri.
13/08/2014 - autore: Donato Claps
fonte: aviglianonline.eu

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