LE ELITES POLITICHE LUCANE DALL’UNITÀ D’ITALIA A OGGI

Il lavoro di Vigilante e Verrastro luce sulle singole personalità fa emergere la loro varietà e la poliedricità. Si passa da un reazionario come Gianturco a un illuminato tecnocrate come Nitti

Il genere delle biografie pubbliche: letterarie, storiche, politiche, istituzionali, che riguardano singole personalità, negli ultimi tempi ha segnato una ripresa nel panorama storiografico italiano. La Basilicata può vantare ben tre dizionari in tal senso. C’è il monumentale “ Dizionario dei patrioti lucani. Artefici e oppositori 1700-1870” di Tommaso Pedio in 5 volumi uscito in anastatica nel 2005. A seguire (2012): “Riprendiamoci la storia. Dizionario dei lucani” di A.L. La Rotonda. Un terzo dizionario ha visto la luce di recente. Si tratta di : Per una storia delle classi dirigenti meridionali. Il caso lucano 1861-2016 ( Caliceditori con una bella veste editoriale). Il lavoro di Pedio è costruito con un respiro risorgimentista con l’intento di far emergere protagonisti e oppositori dei grandi appuntamenti ( 1799,1820- 21,1848…..) lucani. Il Dizionario di La Rotonda propone di riscoprire identità e storia regionali valorizzandone gli aspetti autoctoni ovvero calcolando bene le distanze da influenze esterne (per es. Carlo Levi). Entrambi i libri sono il frutto di un lavoro singolo svolto con grande impegno e passione. Qui, oltre che nella proposta interpretativa, emerge una prima differenza fra i tre volumi. Sapientemente curato da Donato Verrastro e Elena Vigilante questo terzo dizionario si avvale di una puntuale presentazione di Guido Melis e Antonella Menicone che sono stati anche i direttori scientifici della ricerca. Esso si segnala anche per un’altra differenza. I 19 estensori dei 34 medaglioni sono docenti universitari (Lecce, Potenza, Roma), direttori di importanti fondazioni di ricerca, cultori della materia, giornalisti, alti funzionari regionali, studiosi di storia, ricercatori indipendenti. Si è di fronte a un raro esempio in cui studiosi di varia natura e accademici collaborano e insieme raggiungono equilibrio e omogeneità di intenti analitici. Verrastro e Vigilante sezionano anche statisticamente i biografati facendo emergere alcune caratteristiche delle elite politiche lucane che le accomunano al profilo delle classi dirigenti meridionali coeve. Ciò che viene alla luce leggendo le singole personalità lucane è la loro varietà, la loro poliedricità. Così si passa da un reazionario come Gianturco a un illuminato tecnocrate come Nitti; da un politico e studioso di profonda eticità a un politico come Francesco Cerabona che dopo la crisi della sua democrazia liberale non esitò a saltare sul carro del PCI scrivendo personalmente a Togliatti per chiedergli e comunicarli il passaggio. Questo poliverso di figure è specchio della varietà del territorio regionale, riflette le differenze nella formazione economico-sociale lucana fra Otto e Novecento. Non è possibile qui sintetizzare tutti i lucani biografati dunque è utile e opportuno comperare il libro che, fra le altre cose, rientra in un più ampio progetto di ricerca sulle classi dirigenti meridionali fra ‘800 e ‘900 portato avanti dal Centro di ricerca avellinese “Guido Dorso”. Se ne deve dedurre che ci sarà un prossimo secondo volume?
17/02/2018 - autore: Leonardo Pisani
fonte: ROMA

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