AVIGLIANO NON INVESTE SUI GIOVANI

Inchiesta sulla droga ai minorenni, l’allarme di una giovane madre

L'arresto di quattro giovani accusati di spaccio di stupefacenti davanti le scuole è il tema delicato di discussione e soprattutto di preoccupazione ad Avigliano. L’allarme è maggiore perché l’età dei consumatori è scesa . Sul territorio aviglianese non manca l’attività di controllo da parte delle forze dell’ordine. La presenza costante e continua dei Carabinieri si avverte ed è tangibile. Elementi questi di rassicurazione e segnali di sicurezza e legalità tra la comunità. Comunque l’operazione antidroga riporta alla ribalta una problematica che da anni viene avvertita da più parti della comunità aviglianese che da tempo assiste, inerte, alla fuga dei ragazzi per studio e lavoro. Intanto riaccende i riflettori sull’inadeguatezza delle politiche giovanili sui territori così estesi e polverizzati, come strumento di prevenzione di un disagio sociale tra i giovani che per troppo tempo è stato ignorato. Oggi si avverte sempre più la mancanza di centri di aggregazione giovanili accessibili a tutti, che sappiano coinvolgere i giovani durante l’intera fase adolescenziale, favorendo un adeguato approccio all’età adulta in maniera più consapevole. Ci sono solo bar e sale giochi. Troppo spesso le famiglie sono sole nell’ espletare il compito di formazione dei ragazzi. In parole povere oggi è più facile per i ragazzi perdersi per strada e più difficile per le famiglie individuare poli aggregativi e attività di formazione e coinvolgimento extrascolastico di riferimento e di adeguato supporto che valorizzino i giovani. La riduzione di spazi idonei e di fondi economici di sostegno per associazioni ricreative sportive culturali che ad Avigliano hanno una lunga tradizione rendono sempre più difficile l’attuazione di programmi di lungo periodo, non favoriscono la creazione dei giusti stimoli capaci di attrarre, motivare e coinvolgere i giovani in percorsi di maturazione e di passaggi evolutivi della crescita adeguatamente monitorati e accompagnati . Questo ruolo è sempre più spesso relegato alla sola famiglia, esulando sempre più la società dal ruolo di affiancamento e di corresponsabilità nella crescita dei giovani. Ecco che si riapre la discussione sui ruoli fondamentali delle agenzie educative, della scuola e della comunità nel percorso formativo e di crescita dei giovani. Stanno venendo meno quelle figure di riferimento al di fuori del nucleo familiare. Una seria riflessione andrebbe fatta sulle mutate necessità giovanili che sempre più spesso trovano riferimenti ed esempi di crescita in figure nuove a noi, di generazioni precedenti, il più delle volte estranee perché diverse da quelle tradizionali come quelle oggi proposte dal mondo del web. Gli enti formativi pubblici come la scuola e politica stessa non sono adeguatamente preparati a questi mutamenti. E anche il mondo dell’associazionismo, che sta vivendo una fase di mutamento, ha bisogno di riorganizzarsi e di innovarsi e su questo non si può fare spending review che intacchi la qualità di vita e formazione dei ragazzi. Bisogna rimettere i giovani al centro degli interessi della comunità investendo sul loro futuro e non tagliando sul loro presente. L’accessibilità dei giovani a qualunque attività formativa e la disponibilità e fruibilità di strutture pubbliche ricreative sportive culturali non devono essere opinabili a nessun livello e non devono essere oggetto di inattuabilità per mancanza di fondi. La comunità, la società tutta non può permettersi di perdere per strada nessuno di loro, sarebbero perdite non più sostenibili.
10/02/2017 - autore: Una giovane madre di Avigliano
fonte: LA NUOVA DEL SUD

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