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LETTERA APERTA AL SINDACO MECCA
 
 
Egregio Signor Sindaco,

non mi va proprio giù il fatto che tra i destinatari dell’Avviso “Salva Commercio” del Comune di Avigliano ci siano le Sale Bingo, le sale scommesse e attività similari. E non mi va giù non solo perché questo tipo di attività sta creando non poche difficoltà a diverse famiglie residenti nel nostro paese, non solo perché trovo autolesionista incentivare ciò che crea tanti problemi sanitari ed economici alle strutture pubbliche e neanche perché lo trovo un “tantino” in contraddizione con il punto del suo programma che prevede la creazione di un centro per le devianze giovanili.

Non mi va giù soprattutto perché, per proiettare Avigliano in un futuro fatto, sì, di strade pulite e senza buche ma soprattutto di centri storici ristrutturati, di spazi culturali utilizzati, di emergenze architettoniche valorizzate, di attività economiche in ripresa e di giovani desiderosi di viverci, non si deve sprecare un solo euro. E questi per me, ma non solo per me, sono euro sprecati.

Non è vero, come Lei dice nella sua ultima comunicazione ai cittadini, che escludere questo tipo di attività dal contributo sarebbe stato “reprensibile sul piano tecnico-giuridico” dato che il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 3 novembre le include tra quelle destinatarie di contributo. Non è vero, semplicemente perché la Presidenza del Consiglio dei Ministri non si preoccupa nel suo DPCM di dire ai Comuni come spendere le loro risorse.

Non è vero neanche che sarebbe stato “reprensibile” perché si sarebbe utilizzato un criterio discrezionale. Anzi: questo è proprio uno dei casi in cui un comportamento “discrezionale” sarebbe ampiamente giustificato dalla necessità di non incentivare una attività che crea dipendenza nei soggetti deboli e non pochi problemi ai servizi sociali e alle strutture sanitarie pubbliche.

Ed ecco che siamo arrivati al dunque: se si hanno obiettivi chiari da raggiungere, se si ha un’idea ben precisa del Paese che si vuole far trovare ai cittadini alla fine dei cinque anni di mandato, è opportuno usarli come bussola per guidare l’attività amministrativa quotidiana.

Una cosa è, cioè, amministrare per realizzare il Paese Purchessia, altra cosa è amministrare per realizzare un Paese dove cittadini impegnati in attività lavorative, culturali e di volontariato sono felici di vivere.

Nel primo caso non è strano concedere contributi a chicchessia; nel secondo caso si utilizzano le risorse a disposizione, che non sono illimitate, facendosi guidare dagli obiettivi che si intendono raggiungere .

L’Amministratore che sceglie come modello il Paese Purchessia, utilizzerà le risorse servendosi della ricerca del consenso come bussola; l’Amministratore che sceglie l’altro modello avrà il coraggio anche di dire “no” o di fare scelte discrezionali se queste sono sostenute da forti motivazioni politiche.

Io spero, Signor Sindaco, che Lei non segua il modello del Paese Purchessia.

Se oggi siamo a questo punto, se, solo per fare qualche esempio, siamo un Paese senza strumenti Urbanistici aggiornati e con uno Statuto desueto, se tanti spazi non si comprende bene da chi siano stati assegnati a chi e come vengano utilizzati, se la macchina amministrativa è ridotta al lumicino, è proprio perché si è amministrato non tenendo ferma la bussola degli obiettivi ma con l’occhio sempre rivolto alla ricerca del consenso.

Io spero, Signor Sindaco, che Lei non segua affatto il modello del Paese Purchessia.

E lo spero soprattutto perché Avigliano non può permetterselo.

 
inviato il 17/11/2020
da Carmelina ROSA
per AVIGLIANO POSSIBILE
per la categoria POLITICA