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11/04/2016
ID: 1253
SCANDALO PETROLIO: LETTERA APERTA AGLI UOMINI CON UNA COSCIENZA
inviato da Gianni Rosa
per Fratelli d'Italia - Alleanza Nazionale
 

TESTO COMUNICATO NON FORMATTATO

Scandalo petrolio: lettera aperta agli uomini con una coscienza Parlo da uomo, innanzitutto. Parlo da marito, padre, imprenditore e politico. Io non sono indignato. Io sono furioso per quello che sta accadendo alla mia Terra. Sono furioso perché una classe politica (che, per fortuna, non mi appartiene), inetta ed inconcludente, spende più parole per autodifendersi, per giustificare l’occupazione di una poltrona che per difendere la mia Regione. Ma che figura facciamo in Italia quando si sente dire dal Presidente della Regione “io sono qui da due anni e tre mesi’ e il giornalista che, giustamente, gli risponde ‘in due anni qualche carta l’avrà vista’ e Pittella che tace? Tutti si chiedono cosa ha fatto questo Governo regionale in due anni. E me lo chiedo anche io. Per non parlare di quelli precedenti. Non bisogna dimenticare chi era l’ex Assessore alle Attività produttive nella scorsa consiliatura. Cosa ha fatto? Nulla. La verità è che in Basilicata, più che nel resto d’Italia, si è assistito, negli ultimi vent’anni, all’emergere di una classe dirigente, pigra e annoiata, priva di qualsiasi visione di futuro. Ha ragione il Vescovo Orofino, il metodo Colombo non è mai tramontato. Ma qui si è trasformato perché le persone che hanno ricoperto le cariche di Governo non erano in grado di governare. Non erano in grado di gestire i flussi di potere che avevano ‘ereditato’, il più delle volte, senza merito. E così dalla pratica clientelare ‘democristiana’ si è passati al clientelismo ‘democratico’, che dà da mangiare solo a pochi e, il più delle volte, anche incapaci. E mi vergogno. Mi vergogno per quella parte politica che di fronte ad un ‘disastro’ ambientale, ad un ‘disastro’ politico, ad un ‘disastro’ amministrativo di questa portata innesca ‘guerre tra poveri’. Perché la ‘minaccia’ della perdita di posti di lavoro contro il ‘pericolo concreto’ dei danni alla salute è una vergogna! 100 o 1000 posti di lavoro contro la salute di 500.000 persone e quella dei nostri figli ed dei figli dei nostri figli. Anzi di più. Perché i nostri prodotti agricoli, non li mangiamo solo noi! Prima era a rischio l’approvvigionamento energetico dello Stato. Bisogna trivellare di più, estrarre di più, altrimenti l’Italia sarebbe sempre rimasta dipendente dall’estero, trascurando di dire che, per quanto vogliamo estrarre, è sempre poco e che parte del nostro petrolio non è neanche destinato al fabbisogno energetico dell’Italia. Quante menzogne che si dicono! Ora, invece, sono a rischio i posti di lavoro. Quando si parlerà dei rischi alla salute? Ecco io voglio parlare di questo, del ‘macello’ che l’inettitudine, l’incuria, l’incompetenza o la compiacenza hanno creato. Così, forse, e dico forse, qualcuno si renderà conto che tutto quello che è successo poteva essere evitato o quantomeno ridotto nella portata. Qualcuno, forse, si renderà conto che raccomandazioni per posti di lavoro, lotte di potere tra l’ex Governatore e il nuovo Governatore, gare già assegnate e piaceri tra ‘amici’ sono solo la logica conseguenza del degrado sociale, morale e politico che investe chi da troppo tempo detiene il potere, compresi i vertici nazionali. Non sono un ‘no triv’ a tutti i costi, né un improvvisato ‘esperto di estrazioni’ dell’ultim’ora. Io sono quello che da sempre cerca una soluzione alla pacifica convivenza, che avviene in tutto il mondo, tra petrolio e sviluppo/ambiente/salute, ponendo, però, come priorità dei miei interventi questi ultimi; anche perché, vorrei ricordare a Renzi che senza salute, non si può neanche andare a lavorare. Ricordo ancora quando mi recai presso l’Osservatorio ambientale della Val d’Agri, era il 2012 ed ebbi conferma dei miei dubbi: non funzionava. Solo dopo le mie denunce, iniziarono le collaborazioni con l’Università per dotare la struttura di tecnici e di strumentazioni. Ma dopo questo piccolo sussulto provocato dalle mie sollecitazioni, il nefasto ‘Sistema Basilicata’ ha, di nuovo, azzerato tutto. Io ho fatto proposte di legge, che, guarda caso, prevedevano proprio maggiori controlli; ho fatto miriadi di interrogazioni, mozioni e comunicati stampa di denuncia; quindi, ritengo di essere autorizzato (mi scuserete la presunzione) a dire che questa vicenda è il peggiore scandalo che possa coinvolgere Regione, Enti e Aziende private. Peggio delle mazzette della Prima Repubblica, peggio della compravendita di voti, perché ha messo in pericolo la salute dei cittadini. E su quello non si tratta. Mai. Adesso capisco perché le mie proposte di legge sul petrolio che miravano ad aumentare i controlli ambientali e a incrementare le risorse per essi non sono mai state discusse in Consiglio. Adesso mi spiego perché quando indagavo sul metodo con il quale venivano effettuati i controlli ambientali connessi alle estrazioni, le risposte erano sempre vaghe o rinviavano a controlli fatti dalla stessa società che estraeva. Adesso comprendo perché alle mie interrogazioni in cui chiedevo quali interventi urgenti erano stati assunti dall’Assessore a seguito di quella diffida all’ENI, il Governo regionale non ha mai risposto. Oggi scopriamo che quella diffida, di cui anche il Presidente regionale si è vantato, è stata illegittimamente revocata dalla Regione mesi fa. Adesso comprendo anche perché il Governo nazionale non ha mai risposto all’interrogazione del nostro Capogruppo alla Camera sulla fiammata al Centro Olio di Viggiano del 13 gennaio 2014, uno dei principali episodi oggetto dell’indagine. Adesso mi rendo conto del perché l’ARPA regionale è stata oggetto di una riforma tutta apparenza e poca sostanza: con strumentazioni, personale adeguato e una seria Dirigenza, magari, non sarebbe entrato chiunque, libero di poter fare ‘spionaggio’; i controlli sarebbero stati fatti con scrupolo e, magari, chi doveva ‘leggere’ i dati inviati dalla società estrattrice si sarebbe reso conto che qualcosa non andava. Ecco perché: “I poteri forti se la comandavano” o, meglio, “I poteri forti comandavano”. Quanti danni sono stati fatti alla nostra Terra? E quanti sarebbero potuti essere evitati? Quanta noncuranza, superficialità e incompetenza, tutto questo senza voler entrare nelle fattispecie di reato, perché, altrimenti, sarebbe da mandare in carcere tutti e buttare la chiave. Quanti Presidenti della Regione, Assessori allo sviluppo, all’ambiente, alla sanità che si sono girati dall’altra parte? Perché delle due l’una: o si sono accorti di quanto accadeva e hanno fatto finta di nulla o, peggio, davvero non si sono accorti di nulla e allora vorrei chiedere: quando ci siamo meritati, noi Lucani, una classe dirigente così inutile? O meglio, così utile solo a se stessa, utile a costruire solo gloriose carriere personali, a tutelare propri interessi? Il momento è grave. Ma nessuno, nessuno ci ha mostrato un po’ di solidarietà. Nessuno. Presidente della Repubblica, lo sa che anche i Lucani sono Italiani? Non che, a questo punto, noi Lucani ce ne faremmo qualcosa della solidarietà, ma sarebbe comunque di conforto. Per questo, invito gli uomini con una coscienza, gli Italiani con una coscienza, a svegliarsi dal torpore, se non per noi, per loro stessi: potrebbe capitare ovunque e a chiunque di essere traditi in questo modo, di essere immolati sull’altare dell’economia, del denaro e del potere. Per questo, invito i Lucani con una coscienza a non lasciarsi sopraffare da chi vuole alimentare quel tipico carattere del feudalesimo: l’obbedienza a signorotti. Alzate la testa. Siamo un Popolo forte e insieme possiamo farcela. Per questo, invito i leader politici di Governo, sia nazionale che regionale, a evitare di fare mere dichiarazioni di non colpevolezza, scuse becere e qualunquiste. Se non avete soluzioni per questa tragedia, tacete. I Lucani ve ne saranno grati. Potenza, 10 Aprile 2016 Gianni Rosa, Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale Basilicata
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